VIAGGIO IN PATAGONIA ALLA RICERCA DEL BIBO
By Adriano Cesaroni corrispondente Argentino della LISSTA
Natale con piú
di 30 gradi ,e che Natale è ? Ancora non mi ci abituo a sudare a Natale.
Approfitto la calma per mandarvi un report del viaggio
fatto per incontrarmi con Bibo.
Sono
partito con mia moglie il 14 dicembre. Moto carica e controllata, valigie, tenda
e sacchi a pelo. Sono le 7,30
Prima tappa dopo 500 metri, per fissare uno zainetto
ribelle, poi finalmente si parte.
Percorrendo 250 km parte di vigneti e parte di deserto
si arriva alla cittá di San Rafael, poi da lí 90 km fino a General Alvear, la
zona é abitata, ci sono campi coltivati.
Non pensate al deserto del Sahara, c'é una certa
vegetazione, arbusti spinosi, ci sono anche animali, molti uccelli, roditori,
puma e cinghiali, basta addentrarsi, ma camminare tra gli arbusti non é facile,
per le spine e perché ci si perde facilmente.
Nel paese di Santa Isabel ci fermiamo a mangiare
qualcosa. Che fará la gente qui: ti domandi , sembra una cittá fantasma; il
sole picchia forte, il vento alza la polvere, non si vede un campo coltivato, di
che vivono? Boh!
Lungo la strada branchi di capre e bisogna stare
attenti perché traversano. Ogni tanto passa qualche macchina o un camion, si
sprecano i lampeggi specie da parte dei camionisti. La strada é quasi tutta
diritta, il sole brucia e il vento non da pace: se ti fermi, senti solo
silenzio, é molto bello. In lontananza si vedono quelle mesete tipiche dei film
western, mancano solo gli indiani la sopra. Attraversiamo il ponte del Rio
Colorado, un fiume grande dalle acque rossicce, ancora deserto fino ad arrivare
alla bella cittá di Neuquen, che si é sviluppata per la presenza di fiumi che
hanno permesso la creazione di una zona di campi coltivati e di verde, ma se ci
pensi ti accorgi che sta in mezzo al niente. Abbiamo fatto 850 km. Benzina per
la moto, acqua per noi; le temperature fantozziane del deserto ti seccano.
Ripartiamo: fuori Neuquen di nuovo deserto. Viaggiamo lungo la grande diga del
Chocon alimentata dal fiume Limay. Le acque sono di un azzurro fosforescente e
contrastano col colore rosso della terra intorno alla grande diga. Partono dalla
diga tralicci dell'alta tensione che si diramano in tutte le direzioni essendo
una delle piú grandi produttrici di elettricitá dell'Argentina. Ancora deserto
e vento.Il terreno comincia a salire, le prime curve e siamo nella zona dei
dinosauri, uno ci saluta da un
colle, ma é di plastica.
Li in mezzo c'é un museo dove si puó vedere lo
scheletro del tirannosauro piú grande trovato fino a d' oggi e piú avanti si
possono vedere le orme pietrificate di un iguanodonte.
Qui l'aria é piú fresca. Ho viaggiato in maniche
corte ed il sole mi ha bruciato profondamente il braccio sinistro, mi devo
incremare, ma brucia.
Cena ed a letto. Abbiamo percorso 1100 km, il letto si
muove.
Poi dall’alto si vede il letto della diga del Collon
Curá. Anche qui le acque sono azzurrissime e si comincia a scendere per
tornantoni fino alla gola del fiume in una discesa mozzafiato per la pendenza e
per il panorama. Uno vorrebbe incidersi nella mente quel che vede, ma é troppo
e troppo bello e troppo grande.
A Bariloche, cittá ultraturistica, facciamo benzina e
seguiamo fino al Bolson. Foto 6
El Bolson é un paese nato negli anni 60, 70 per via
di comunitá Hippies che andarono a vivere lí e lí sono rimasti e nel paese c'é
una mentalitá ecologica ad oltranza. Proprio quel giorno c'era la fiera degli
artigiani del luogo, che poi sono gli antichi Hippies e sono tutti un poco
spostati, ma nel senso buono della parola, quá li definirebbero Locos Lindos,
ossia Pazzi simpatici.
Pranziamo in un prato accompagnati da due cani
randagi, fa un caldo strano per questa zona ed il sole scotta anche troppo.
Ogni tanto scende un torrentello dalle acque dolci e
freschissime, beviamo e ci facciamo qualche foto. Il vento ci strapazza e fa
cadere la macchina fotografica, salutiamo due pazzi ciclisti, con le bici
ultracariche e dopo un poco arriviamo ad Esquel, che sta in una valle, per cui
il vento si sente meno, ma appena provi ad uscirne ti prende a schiaffi.
Trovo un camping prossimo all'incrocio da cui arriverá
Bibo. Lui non sa che siamo qui ed io non so a che ora arriverá.
Mentre montiamo la tenda arrivano i ciclisti stanchi
morti, bruciati dal sole e sorpresa, sono due italiani, due gianduja che
vogliono arrivare in fondo alla Patagonia. Raccontano che la meseta é stata
durissima, il sole il vento e l'aria secca li hanno sfiancati. Gli diamo la
crema per le scottature e li invitiamo a cena. Compriamo la carne e facciamo un
bell'Asado Argentino ( una grigliata condita solo col sale) che divorano nel
vero senso della parola. Passiamo la serata insieme, un grappino e poi a
dormire. Abbiamo fatto 1606 km. La moto é andata benissimo.
Ho fatto una media di 15,5 km con un litro, in due con
moto carica e viaggiando a 140 km all'ora. Comunque in certi tratti con vento
mandava giú con gusto. Facevo anche 13 km con un litro per fortuna qui al sud
la benzina costa la metá.
Al mattino ci svegliano las bandurrias, specie di tacchinoni che volano, hanno il becco di un ibis ed emettono un suono di trombetta, da cui il nome. Passano strombazzando insieme a los Teros, uccelli urlatori da guardia.
Fa piuttosto caldo, i gianduja sono ancora in fase di recuperazione, il caldo secco li tormenta. Passano le ore, pranziamo e Bibo non arriva. Prendo la moto e vado per la strada da cui dovrebbe arrivare, non c’é un albero, tipico panorama patagonico, con montagne, cavalli e pecore e vento cattivo, ti ferma la moto se vai piano, ma nonostante tutto, in quella steppa c’é qualcosa che ti attrae, sará l’impressione di infinito, di grandioso. Ti senti una formica, senti la forza della natura. Certo che non é per tutti la vita lí in mezzo, bisogna essere tosti per sopportare questo clima. Esquel
Siccome delle
moto non si vede neanche l’ombra, decido di fermarmi al posto di controllo
della policía e chiedere al poliziotto se puo' farmi il favore, quando arrivano
le moto di chiedere di Massimiliano e avvisargli che lo aspetto nel prossimo
camping.
Cosí
approfitto per andare fino alla piccola cittá di Trevelin, fondata da emigranti
gallesi. La valle dove si trova é molto bella, con boschi e boschi. Li a
Trevelin finisce la strada in Argentina e se si vuole scendere bisogna passare
in Cile per il passo Futaleufú, ma di questo racconterá sicuramente Bibo.
Ritorno ad
aspettare nel distributore che sta di fronte al camping.
Ed ecco
arriva la prima moto,una Varadero con un modenese
che come Bibo aveva profetizzato , si era scapriolato varie volte sullo sterrato
e l’aveva rotta tutta.
Poi arrivano
altre moto e alla fine la bestia nera di Bibo, che avvisato e spaventato dalla
polizía che l’ha chiamato per nome (che avró fatto ha pensato), mi saluta.
Che
emozione,sono venuto per questo, ed é un bellísimo incontro, anche perché
Bibo e Tata sono d’oro.
Parliamo e stiamo insieme fino a che arrivano le altre moto e vanno a cercare un albergo per passare la notte. Decidiamo di trovarci insieme a Cena dove Bibo divora la “parrillada”. É come se ci conoscessimo da sempre, non ci sono tempi morti, parliamo di voi, dei pazzi della LISSTA, di noi. Peccato che tutto passi in fretta. Domani dobbiamo partire tutti e quattro.
Smontiamo la
tenda, facciamo colazione, benza e si riparte. Il poliziotto ci saluta con un
ARRIVEDERCI!!!, poi su di nuovo per l’altipiano, el Bolson, Bariloche e
facciamo tappa a La Angostura, 370 km. *** Lago
Correntoso
É un posto
che mi piace molto, tra due bellissimi laghi, Nahuel Huapi e Correntoso, dalla
acque azzurre e trasparentissime. Il lago Correntoso versa le acque nel Nahuel
Huapi e la zona é bellísima. *** Lago
Nahuel Huapi Giriamo
in moto per la zona e a letto presto.
Si riparte
per Il cammino dei 7 laghi, 100 km di cui la metá di terra, strada che passa
tra boschi secolari e 7 laghi bellissimi. Peccato che la stiano asfaltando e
perde cosí parte della sua bellezza selvaggia. *** Lago
Escondído (nascosto )
Se avessimo
tempo ci dovremmo fermare ad ogni curva, dietro c’é sempre qualcosa da
vedere. Arriviamo a San Martín de los Andes sul Lago Lacar, molto bello, ma non
c’é tempo di fermarsi, Junin, valle del fiume Chimehuin fiume che scende dal
lago Huechulafquen,
A Zapála
pranziamo e procediamo verso Neuquen, dove per fortuna il vento ci prende di
spalle e ci spinge verso nord, per il deserto.
Schivo un
tero con la testa, una tortora, poi a 140 mi prendo una tortorata in una spalla,
sembra un cazzottone, per fortuna non era tanto grossa.
Arriviamo sul
far della notte a General Alvear, abbiamo fatto 1070 km e vorrei proseguire per
arrivare a casa, ma dobbiamo fermarci perché si avvicina un forte temporale con
grandine che da queste parti non scherza.
La fermata mi
taglia le gambe e decidiamo di andare a dormire e fare domani gli ultimi 300 km.
Mentre cerchiamo un albergo ci incrocia un motociclista del posto e ci facciamo
una chiacchierata e poi a letto.
Si riparte
per gli ultimi 300 km, fatti con un certo dispiacere perché il viaggio sta per
finire. Da una camioneta ci salutano con la V. I camionisti ci hanno salutato
per tutto il viaggio.
Abbiamo
incrociato due TA, ed una Custom con sopra tre pazzi.
Abbiamo fatto
in tutto 3477 km da nord a sud e viceversa, alla media di 16,85 km per litro. Siamo
stanchi, ma soddisfatti per quel che abbiamo visto e per chi abbiamo conosciuto.
Siamo passati per tre provincie ( le nostre regioni ), La Pampa, Neuquen e
Chubut.
Ci sono delle
foto con asterisco,perché sono foto che ho scattato in un
viaggio anteriore. In questo dovevo macinare km e non potevo fermarmi
quando lo desideravo, ma sono foto dei posti in cui sono passato anche in questo
viaggio e credo che sia bello che anche voi possiate vedere qualcosa.
Adriano Cesaroni - Mendoza Argentina