Una Lunga Cavalcata di Loris De Ros

Sabato 22 marzo 2003

A sorpresa scopro di avere un sabato libero da impegni, mi attivo prontamente per la programmazione di un bel giretto al fine di soddisfare la voglia di macinare chilometri con la mia "nuova" transalp comprata da un privato a novembre (nuova per dire dato che sono il quarto proprietario, hanno un ottimo mercato queste transalp!!).

Vengo da un KLR600S, con il mio nuovo bicilindrico i miei orizzonti si potranno finalmente ampliare permettendomi di percorrere finalmente strade nuove.

Il giro prende forma, come spesso accade, sul sito www.viamichelin.com, utilissima la sezione dedicata alla programmazione di itinerari, inserisci località di partenza e di arrivo, che spesso coincidono, e poi le località di transito che ti interessa toccare, in questo modo si possono ottenere percorsi, cartine, kilometraggi, tempi, alternative al percorso, costi di pedaggi e carburante, consigli sul dove dormire e mangiare, insomma uno strumento molto utile per la programmazione.

Il tragitto mi sembra subito il più divertente e vario, tra i vari che mi sono proposto.

Questa volta ne è uscito un giro perfettamente "giro", e già sulla carta si prospetta una giornata molto interessante.

Ed eccomi alla partenza prevista per le 9:00, ma che per i soliti imprevisti slitta alle 10:15.

Allora,tutto è ok, benzina, grasso catena, bauletto con tutti i dispositivi antiacqua, borsa serbatoio (non perché il bauletto non bastasse ma per avere la cartina sempre sotto il naso) all'interno della quale ci sta sempre bene qualcosa da mangiare una bottiglietta d'acqua e la macchinetta fotografica.

Azzerato il kontakm….e via!

Unica preoccupazione la temperatura più bassa del previsto che mi farà soffrire.

Decido di non prendere l'autostrada a Vittorio Veneto per raggiungere il bellunese ma opto per la più divertente strada di Fadalto fatta oramai mille volte, molto divertente ma spesso utilizzata da incoscienti smanettoni che forti di cento cavalli sotto il culo credono di potere tutto addirittura di sorpassarti con una ruota sola a non meno di 140 KMlora, ma vabbè lasciamo stare la giornata è troppo bella per stare inkazzati.

Raggiungo il lago di Santa Croce lo costeggio, lo oltrepasso, raggiungo Longarone penso a quella volta che sono stato a visitare la diga di Vaiont e alla tragedia legata a questo nome. La vallata non mi piace molto, è industrializzata all'eccesso ed il contrasto montagne-impianti industriali è veramente triste.

Proseguo direzione Cortina, la strada è piacevole anche se un po trafficata.

Attraverso il paese di Tai di Cadore qui consiglio il panificio pasticceria che stà proprio sulla strada principale, sulla destra vicino al centro (impossibile non trovarlo) dove fanno delle paste veramente enormi.

Non mi fermo, l'ultima volta ciò perso mezzora tra fila alla cassa e fila per farmi servire, poi oltrettutto capito proprio alla mezza, quindi traffico casino e pedoni un pò dappertutto (..ala faccia per essere un paesino di montagna..).

Da queste parti consiglio anche l'acquisto degli occhiali, si riesce a comprare a prezzi veramente inferiori alla norma.

Quindi tiro dritto, mi mangio curva su curva immerso nel paesaggio montano ma sempre troppo "contaminato" per i miei gusti. L'arietta si fà più frescolina.

Arrivo a Cortina. Solito casino pur essendo sabato e non domenica.

Quello che più mi infastidisce è il vedere quei personaggi dello stile giovani-belli-rampanti guidare macchine di lusso (nel casino delle quattro strade di Cortina), vestire tute da sci firmate (sarà un mese che qui non c'è più neve), ed ostentare un lusso sfrenato.

Faccio tappa per sgranchirmi e scaldarmi. Entro in un baretto ordino un caffè e domando indicazioni per il bagno, forse no ho una bella faccia, saranno i capelli schiacciati dal casco o l'abitudine del gestore nel vedere solamente gente di un certo "livello" mi guarda e mi tratta come fossi un poveraccio e mi indica il bagno.

Vabbè, faccio le mie cose bevo il caffè mi mangio anche un pasticcino, pagando chiedo pure la correttezza della strada che sto seguendo per Dobiacco e riparto.

I cartelli di località iniziano da qui ad essere scritti sia in italiano che in austriaco, la temperatura inizia a farsi seriamente preoccupante.

Mi rendo conto di essere in piena Montagna con la M maiuscola, il paesaggio è stupendo le montagne sono innevate e quando costeggio un lago ghiacciato, splendido, (la località non la ricordo) iniziano i primi problemi data la temperatura.

Nonostante i costosissimi guanti spyke dichiarati "per paesi freddi" e concausa anche un infreddolimento generale sono costretto a fermarmi perché non sento più, se non dolori, il mignolo ed il pollice destro.

Faccio un po’ di movimento mi scaldo alla bellemeglio,(qualche saltello ed il calore del motore mi aiutano) aproffitto per fare qualche foto alla moto, faccio due passi pesto un po’ di neve, tanto per fare.

Recuperate le funzioni tiro avanti.

Arrivo a San Candido, ormai l'Austria è lì, mi fermo solo per fare una foto ad un mucchio di neve dentro il quale è stata ricavata una grotta, pare che ci si siano divertiti molto nel giocarci quest'inverno, ma adesso è pericolante e giustamente è stato delimitato per evitare che qualcuno ci rimanga sotto.

Qui è tutto molto carino, le case in legno, gli addobbi, i giochi per i bambini, inizio a vedere le famose scritte "zimmer" e "gashtoff" (…perdonatemi! Non so come si scrive..), ma la temperatura è ancora troppo rigida e proseguo di buona lena sperando che oltre sia meglio.

Purtroppo la strada corre in mezzo ad una bellissima ma freddossissima vallata, le montagne intorno sono innevate, la strada è bella ed il traffico ormai l'ho dimenticato già da poco dopo Cortina.

In un piccolo paese trovo un piccolo distributtore dove posso finalmente fermarmi per riempire il serbatoio, fino ad ora ho percorso 220 km, avverto la distanza da casa.

Vado alla cassa, pago il pieno ad un cordialissimo omino di paese che mi saluta prima con un caldo “dancheschen” (..e anche qui non so scriverlo..), e poi, pieno di se con uno stentato ma forte "CRAZIE"(con la C).

Con il serbatoio pieno si ragiona meglio, ora la temperatura sta migliorando, il sole finalmente scalda, ma l'aria rimane fresca.

Mi sgranchisco ancora un attimo e riparto direzione Lienz.

Attraverso Lienz che mi appare un paesone piatto ed organizzato, di recente sviluppo sembra fuori luogo rispetto alle verdi vallate che lo circondano.

Passo oltre seguendo le indicazioni Spittal.

Sulla strada si possono notare le numerose falegnamerie e depositi di legnami, scorgo anche un aeroporto turistico con un paio di alianti credo, ci sono anche dei paracadutisti appena atterrati che stanno piegando il paracadute, il tutto in un contesto di prati verdi vallate di erba tagliata a raso, chiese e case tipiche, pochissime macchine e gente, una situazione tranquilla vacanziera.

Non riesco ad arrivare a Spittal, trovo un'indicazione per Villach e la seguo, mio malgrado mi trovo in autostrada, oltretutto senza vignetta (il talloncino a pagamento per il pedaggio autostradale), ormai ci sono, faccio finta di niente e proseguo sperando bene.

Qui, forse per la velocità maggiore, torna a fare un freddo schifo ma questa volta su tutto il corpo, ho i brividi, tengo duro ed esco alla prima di Villach dopo circa una quarantina di kilometri. La cittadina già la conoscevo e credo valga proprio la pena di farci un giretto.

La gente è strana e molto festaiola, l'ultima volta che sono stato a capodanno di due anni fa ho conosciuto la mia ragazza attuale. Ritorno indietro con la mente facendo un po’ di cronistoria.

Parcheggio vicino al centro, pedonabile, e mi infilo al McDonald per farmi un paninazzo, poi diventati due. Mangio, mi scaldo 

E' sabato pomeriggio, il Mc è pieno di bambini accompagnati dai genitori che giocano e si divertono.

Guardo l'orologio, ormai sono le quattro, si sta facendo troppo tardi, mi rivesto questa volta indosso anche l'antipioggia onde evitare una congestione (ho appena mangiato), inoltre il sole inizia a perdere il suo calore.

Riparto, la strada per Tarvisio già la conosco, rientro in territorio italiano.

A Tarvisio piccola confusione con le indicazioni per la Slovenia, recupero la "retta" via per modo di dire perché la strada è tutta una curva, costeggio un lago ghiacciato, mi fermo per un autoscatto il paesaggio meriterebbe più tempo.

Arrivo alla dogana situata sul passo, grazie al cielo il doganiere mi evita la fastidiosa operazione di estrazione del portafoglio per mostrargli la carta d'identità.

Ora la strada si è fatta veramente un viottolo e spesso è sporcata da piccole frane di ghiaia e sassi. Spettacolare il paesaggio, un gran-canyon!

Il nastro d'asfalto ridiscende la montagna facendosi sempre più divertente anche grazie alla quasi totale assenza di macchine.

E' un ora strana, in un posto strano con una luce strana, grandi sensazioni da brivido, il cambio di paesaggio e di genti si avverte, il passaggio dall'Austria all'Italia e poi alla Slovenia si sente netto. Respiro nuovamente l'aria di quei posti che conosco ormai bene grazie alle vacanze e ai kilometri percorsi già tra Slovenia e Croazia.

Sinceramente le strade più belle di questo giro.

Una lunga cavalcata oltreconfine da nord a sud al confine tra il giorno e la sera.

Attraverso Caporetto, ricordo di essere venuto qui a mangiare pesce una volta.

Giungo in dogana a Nuova Gorica, prima di oltrepassarla faccio il pieno (qui costa meno), oramai è buio, cerco la direzione per Palmanova poi per Pordenone, le solite statali piene di gente che è stata a fare spese nei centri commerciali, le luci delle auto mi confondono un po’, bianche, rosse, gialle.

Procedo spedito verso casa, fa sempre freddo, arrivo a casa alle otto stanco ma soddisfatto.

Il kontakilometri azzerato la mattina segna 552.

 PS: Il giro è superconsigliato a tutti, e se pensate di poter rinunciare al fascino delle vette innevate e dei laghi ghiacciati, allora meglio prediligere la stagione estiva.


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