Viaggio in Romania

31 luglio - 18 agosto 2001

Il nostro "Transilvania Drum Bun"

 

L'idea della vacanza in Romania

Le vacanze estive per il 2000 sono imminenti e già preparate da tempo; la Francia del nord ci attende. Sfogliando un Motociclismo dedicato ai viaggi, la mia attenzione viene comunque attirata da un piccolo rettangolo giallo : "…quindici giorni nelle terre di Dracula…" . La cosa mi attira molto e al ritorno dalle vacanze telefono subito al numero indicato. Sono molto curioso e nei giorni successivi la meta per le vacanze del 2001 si fa sempre più certa. Durante l'inverno diverse telefonate, e-mail e visite continue al sito della 2000 Moto soddisfano la mia curiosità e quella di Giovanna, preparando l'incontro con Dino e Liana a Pavullo, piccola cittadina sulle colline modenesi dove vivono. In occasione della visita conosciamo Adi, colui che guiderà il furgone di supporto durante il viaggio, e sfogliamo gli album fotografici dei precedenti e svariati viaggi .

Bene, appena avremo l'ok da Dino partirà l'iscrizione.

L'occasione di visitare la Romania ha per me un ulteriore scopo. Dopo averla visitata nel 1987, la possibilità di vederla di nuovo dopo gli avvenimenti della caduta di Ceausescu e gli effetti di tali episodi mi incuriosisce parecchio. Inoltre i ricordi e le impressioni di quella vacanza, vanno assolutamente rinfrescati e aggiornati ! Questa è l'occasione giusta.

 

I preparativi

 

Passaporti pronti da tempo, dollari e qualche carta stradale delle zone che attraverseremo. Il tagliando alla moto l'ho già fatto e tutto è in ordine. Qualche ricambio essenziale, le assistenze ufficiali non esistono, e qualche oggetto particolare da portare, esperienza acquisita durante le vacanze scorse. La sera prima di partire tocca alle valigie, bauletto e borsa da serbatoio. Gli ultimi controlli di rito prima di andare a dormire.

 

Martedì 31 luglio   La nostra partenza

 

Sono le quattro e trenta quando la sveglia suona. Il tempo di vestirmi, salutare e scaldare la moto; passo a prendere la Gio', già pronta. In un rapido check list mentale, alla voce batteria, mi fermo ! Mi sono dimenticato di controllarla ! Eccomi alle cinque e un quarto in garage a smontarla, e infatti era meritevole di attenzione. Questa volta è la volta buona. Viaggiare con il fresco è piacevole, anche se in autostrada. Alle 10  e trenta siamo a Venezia, dove oltrepassata la barriera usciamo per seguire la statale. Passiamo numerose località di villeggiatura, ma puntiamo decisi verso Grado. Non l'abbiamo mai visitata e sul mezzogiorno cogliamo l'occasione di pranzare lì e fare una passeggiata nelle vie del centro storico. Molto bella, con monumenti e case molto curate, meritevole di una sosta. Direzione Trieste, dove poco prima della città, ad Aurisina, abbiamo trovato posto presso un agriturismo. Abbiamo appuntamento lì con Andrea, fiorentino, a cui Dino ha girato il mio numero di telefono sapendo che avevo trovato da dormire. Il posto è davvero ottimo e la camera si rivela un piccolo appartamento autonomo in tutto. Arriva Andrea, e dopo le presentazioni si decide per un bagno al mare. La possibilità di prepararci la cena sancisce il menù per la sera : l'ultimo piatto di pasta per quasi tre settimane…

Parliamo di un po’ di tutto, soprattutto di queste vacanze e dei motivi che ci hanno spinto a scegliere questa meta e delle aspettative del viaggio che stiamo per compiere. Andrea è alla prima esperienza di viaggio in moto, e in gruppo. Alla fine ne resterà entusiasta . Idem per noi, la prima volta in gruppo, sarà una bella esperienza.

 

 

 

Mercoledì 1 agosto   Direzione Ungheria

 

Il ritrovo è per le undici alla stazione di servizio di Duino, in autostrada. Ce la prendiamo con comodo. Sveglia abbastanza tardi, colazione e lentamente ci avviamo all'incontro. Caspita ci sono quasi tutti…Riceviamo il road-book e cominciamo a conoscere gli altri compagni di viaggio. Ci vorrà comunque qualche giorno per ricordare tutti i nomi.

All'ora prestabilita manca ancora un componente : Tiziano, nome che già dal primo giorno tutti ricorderanno,  soprattutto la sua presentazione alla stazione di servizio slovena.

Paolo fa da apripista e ci avviamo verso il confine, mentre Dino aspetterà il ritardatario .

Passiamo velocemente il confine sloveno e percorrendo l'autostrada fino quasi al confine raggiungiamo la Croazia. Dogana senza troppi problemi e via ancora in autostrada in direzione Ungheria. Il paesaggio non è mutato granchè, ma le case, le auto e la gente lungo le strade indicano i cambiamenti tra una nazione e l'altra, mostrando indirettamente il loro "stato di salute".

La dogana ungherese ci rallenta un po’, la burocrazia si fa forse un po’ più complessa, o antiquata…

Ci muoviamo su una strada veloce ma densa di traffico pesante fino a raggiungere Balatonbereny sul lago Balaton; Arriviamo all'hotel e le moto parcheggiate fuori in fila attirano l'attenzione di tutti i passanti e ospiti dell'albergo. La sistemazione non è male, e anche la cena si rivela discreta.

Prima di andare a dormire facciamo un giro al bar sotto il ristorante, siamo gli unici avventori del locale…

 

Giovedì 2 agosto  L'incontro con la Romania

 

La tappa di oggi è ben lunga, seicento chilometri; e come se non bastasse all'ingresso in Romania gli orologi dovranno avanzare di un'ora. Partiamo subito di buona lena e al primo rifornimento di benzina ci rendiamo conto della onestà degli ungheresi, facendone bene le spese soprattutto al ritorno. La strada è veloce, quasi tutta a due corsie o addirittura autostrada. Abbastanza povero il panorama, grandi distese coltivate, ma nulla di più. Usciamo dalla tangenziale di Budapest e ci dirigiamo verso il confine rumeno. Questa volta il traffico si fa denso, infatti la strada è una statale e molti camion diretti al confine la percorrono. Giunti in frontiera, aspettiamo il nostro turno per il controllo dei passaporti; nessun problema, pensavo a qualche controllo accurato magari ai bagagli, invece nulla.

Sosta al primo distributore per aspettare il resto del gruppo, prima di dirigerci verso Oradea. Appena lasciata la zona doganale, ci immergiamo nella realtà rumena. I mezzi, auto o camion, destinati a dirigersi oltre confine sono perfetti; non si può dire lo stesso di quelli che circolano in patria : auto lente e cariche all'inverosimile, camion molto vecchi e malandati che sputano densi fumi neri, oltre agli immancabili carri trainati da cavalli, mucche o buoi, ecologici al massimo ma lentissimi. Le condizioni delle strade sono in alcuni casi critiche, bisogna prestare molta attenzione.

La costante di tutto il viaggio sarà lo stupore che provano gli abitanti nel vederci transitare, sbracciandosi in mille saluti. Giunti ad Oradea, veniamo colpiti dallo stato della città; l'aria è pesante e le case scure, forse coperte dallo smog di qualche fabbrica, sembrano intristire ancora di più la città. Diversi bambini a piedi nudi sbucano da una scala, forse di un sottopassaggio, ma da cui stranamente non esce nessun altro, salutando. Non possiamo che rispondere, ma lo stato in cui si presentano ci colpisce molto…

Fortunatamente questa sarà l'unica città di tutto il tour che ci lascerà questo senso di amaro in bocca; forse la stanchezza e l'ora tarda non aiutano nel giudicare l'aspetto di Oradea

Usciamo dal centro per dirigerci verso il passo di  Piatra Craiului, dove sostiamo prima di scendere verso Cluj, prima tappa in Romania, in cui giungiamo verso le 20. La scena nel vedere 22 moto con le luci accese all'imbrunire, deve essere di grande effetto; soprattutto per chi di moto non ne vede mai…infatti a parte noi saranno pochissime le moto incontrate durante il viaggio.

Giunti all'hotel Liliacul, il pipistrello, scarichiamo le moto e saliamo in camera per una doccia prima della cena. Purtroppo a causa di un guasto, l'acqua calda finirà presto e nella speranza di una riparazione faremo la doccia dopo cena, comunque fredda…pazienza…

La stanchezza è tanta e dopo cena si va subito a nanna.

 

Venerdì 3 agosto  Cluj e i dintorni

 

La giornata e' dedicata alla visita di Cluj; le tre ragazze, amiche di Liana, ci faranno da guida nella visita della città. Dopo la colazione raggiungiamo il centro in taxi, il primo di tanti, visti i costi irrisori : mai speso più di duemila lire, in tre o quattro naturalmente !

Raggiungiamo la piazza dove si trova la chiesa più importante di Cluj, monumento austero in stile gotico. Sui muri esterni sono ancora conficcate delle palle di pietra lanciate con le catapulte dai turchi durante un assedio ! Ci muoviamo a piedi e raggiungiamo un'altra piazza con da un lato il teatro e dall'altro un'altra chiesa; nel mezzo campeggia un monumento moderno di dubbio gusto. Maria ci dirà poi che il sindaco è un pazzo e costruisce monumenti in qualunque punto della città per commemorare chissà cosa invece di aiutare chi ha bisogno di casa e lavoro…la rassicuriamo con chiari esempi anche in Italia ! Proseguiamo con una visita al mercato, dove frutta, verdura e fiori colorano le bancarelle; i prezzi di alcuni generi alimentari sono un po’ alti rapportati al costo della vita. Qua e là anziane donne vendono frutta e verdura raccolta in mazzetti, sicuramente genuine; probabilmente raggiungono il mercato la mattina tentando di vendere la loro merce. Fuori posto invece le bancarelle zeppe di taiwanate, il prezzo del progresso. Il mercato merita comunque una visita, per immergersi  un attimo nel suo caos,  osservare la merce in vendita e la gente, annusare l'aria ricca di profumi…

Un fugace camminata al parco prima di recarci a pranzo in un locale della città. Il pomeriggio lo dedichiamo per fare una "gita" al lago di Belis, sulle montagne fuori Cluj; ritorno veloce in albergo e dopo pochi minuti siamo a cavallo delle moto, si chiama crisi di astinenza !; la strada che conduce a Belis e' in parte la stessa che abbiamo percorso ieri all'arrivo, densa di traffico e buche ! Appena svoltiamo dalla strada principale il traffico scompare e la strada migliora (altra stranezza, le strade secondarie sembrano più in buono stato delle strade principali !); almeno non ci sono buchi ; il fondo infatti prima è di cemento, poi è ricoperto da sabbia e ghiaia che limita la velocità per evitare polvere e brecciolino alzati dalla moto che ci precede. Verso la cima la strada migliora e il panorama a Marisel è fantastico, sembra un pascolo alpino della Svizzera; siamo a circa mille metri e si sente. Passato il lago, immerso in pinete fittissime, scendiamo veloci verso Cluj; siamo già in ritardo ! Dino ci sgriderà ? Nel dubbio, e perché non abbiamo resistito,  ci si ferma a vedere le bancarelle sulla strada, che espongono tovaglie e tappeti che le donne del paese realizzano (dal vivo) e articoli in legno dell'artigianato rumeno.

Doccia veloce (calda, questa sera !) e giù a cena. Un breve briefing per discutere e mettere ai voti il percorso per la giornata di domani e poi a nanna.

 

Sabato 4 agosto   Hunedoara e Sibiu

 

Nonostante le tre varianti proposte nel road-book, ne abbiamo creata una quarta ! Direzione Turda, per poi deviare su una strada meno trafficata fino a Campeni, dove inizia la parte a sorpresa .Il tratto di strada che si preannunciava brutto è in realtà una strada non asfaltata (o meglio in fase di asfaltatura), ma dal fondo compatto e pianeggiante; il panorama che ci accompagna è piacevole; piccoli paesi senza nome (manca il cartello…), poca gente e pochissime auto. Il primo negozietto/bar, anche l'unico, che riusciamo a scorgere ci permette una sosta, destando la curiosità degli abitanti. Giunti ad Arad ci dirigiamo veloci verso Hunedoara per la visita del castello di Mattia Corvino; il castello è imponente e domina la cittadina con la sua austerità e imponenza esaltando il contrasto con la città perfettamente anonima e dall'aria dismessa. I complessi siderurgici quasi ormai abbandonati, le larghe strade e il nodo ferroviario all'ingresso della città testimoniano un passato di ricchezza e produttività che oggi non c'è più. E' un po’ desolante…

Il castello e' perfettamente conservato, e il suo colore scuro (dovuto forse ai fumi delle ferriere) gli dona un aspetto ancora più tenebroso; alcuni ponteggi all'interno coprono parzialmente la visuale del cortile, ma ci si rende conto comunque della grandezza dell'opera. I saloni sono vuoti, nessun arredo; alcuni affreschi e le decorazioni tipo stucchi alle pareti e alle finestre colmano tale mancanza. Lasciamo Hunedoara e ci dirigiamo verso Sibiu, meta della tappa odierna. La giornata e' calda e in una sosta in una stazione di servizio con ristorante annesso facciamo conoscenza con un ragazzo in moto; leggiamo la targa e…cavoli, è targata Norvegia. Lo stupore è tanto, da solo e qui ! Mistero chiarito : il ragazzo è rumeno e torna in Norvegia, mentre i suoi amici sono tornati a casa due settimane fa. Solo il ritorno sono circa 5600 km. Un saluto e parte con la sua fragorosa Drag Star . Nel contempo la Gio' con le donne del gruppo ha fatto conoscenza con una giovane signora, mamma di un bimbo paffuto di pochi mesi, e con il marito. La signora parla benissimo italiano; è un avvocato e lavora come consulente per numerose ditte italiane. Stanno tornando dal mare (!!) e il bimbo elargisce sorrisi a tutti; anzi sembra che Florian lo incuriosisca particolarmente !

Raggiungiamo Sibiu, ma al secondo incrocio…ok, ci siamo leggermente persi ! Anche qui un'auto italiana ma carica di rumeni che tornano a casa ci fa da interprete con il benzinaio e ritroviamo la strada dell'albergo. Raggiungiamo l'hotel immerso in un bosco "pubblico"; l'albergo e' molto bello e curato, come si rivelerà anche la cena della sera.

Dopo cena con il solito taxi raggiungiamo il centro per fare un giretto nelle piazze e vie pedonali; l'ambiente è vivace, grazie anche alla festa della birra e alla concomitanza di un rally automobilistico…

Nota tecnica : ho rotto un raggio, e ho preferito toglierlo per evitare danni; nei prossimi giorni li controllerò ancora.

 

Domenica 5 agosto  Il cuore della Transilvania

 

Alla mattina, in un piccolo gruppetto,  partiamo qualche minuto prima degli altri per fare un giro, e qualche foto, in centro. Ieri sera ci è piaciuto e vale la pena tornare per vedere le piazze con la luce del giorno. Le aspettative sono state ripagate. Si fa gruppo e si riparte alla volta di Medias, attraversando piccoli centri . Giunti a destinazione visitiamo la piccola città vecchia, fortificata da mura che ne circondano il perimetro e difendono la chiesa e le costruzioni principali al suo interno.

La nota di colore è la ricevuta scritta a mano per aver pagato l'uso del bagno nel piccolo bar della piazza…

Si prosegue per raggiungere la chiesa fortificata di Bjertan, ma seguendo due strade diverse; gli stradisti prendono la strada principale, mentre noi con le enduro seguiamo per prendere uno sterrato che ci condurrà comunque alla stessa meta, ma con un obiettivo preciso; lo scorso anno Dino ha scoperto per caso un carbonaio vero…cioè una persona che si occupa di produrre carbone seguendo un metodo antico: realizza dei cumuli ordinati di legna che verrà poi coperta di terra; la legna viene incendiata ma la sapiente arte del carbonaio permetterà un lento consumo della legna, senza mai che questa arda riducendosi in cenere, diventando appunto carbone. Sinceramente queste lavorazioni le avevo viste solo nei documentari, sembra di essere tornati indietro di cento anni…affascinante…

Raggiungiamo Bjertan dove ci attendono gli altri; tentiamo di vedere la chiesa ma la solerzia del custode ci lascia di stucco: è mezzogiorno e la chiesa è chiusa, lui deve mangiare e si riapre alle due in punto ! Siamo in circa 35 persone e la visita è a pagamento e senza guida, quindi l'impegno del custode sarebbe ridotto al minimo, ma è irremovibile. Ci accontentiamo di vedere il sagrato della chiesa e la vista sul piccolo paese di origine sassone, dopo aver percorso la bella scala in legno coperta che conduce alla chiesa. Anche Dino è rimasto stupito dal comportamento del custode…

Ripartiamo alla volta di Sighisoara capitale della Transilvania e paese natale del conte Vlad Tepes detto l'impalatore, ma più conosciuto con il nome di Dracula.

La parte vecchia di Sighisoara è affascinante; vi si accede passando da una larga strada in salita in ciottoli, e dopo aver oltrepassato diverse porte e torri, di cui quella dell'orologio è la più bella. L'interno della cittadella sembra ferma al secolo scorso, ma i negozi di souvenir ci riportano in fretta ad oggi; e soprattutto i prezzi perfettamente allineati  a quelli europei... La casa natale di Dracula è diventata un ristorante, chissà cosa farebbe Vlad  al proprietario…

 

Raggiungiamo la chiesa posta su una collinetta percorrendo una stupenda scala in legno completamente coperta, simile a quella di Bjertan; la chiesa è spoglia; Liana ci fa da interprete con il custode che spiega che a causa dei continui furti di opere d'arte gli addetti hanno preferito mettere al sicuro quanto rimasto…Il custode è molto disponibile e si prodiga molto per darci informazioni sulla chiesa e sulla sua storia.

All'esterno, un cimitero in stile vecchia Inghilterra, immerso in un bosco fitto che crea una strana atmosfera .. degno dell'illustre cittadino qui nato !

Lasciamo Sighisoara per raggiungere Homorod, ma la giornata di domenica incombe su di noi; la chiesa fortificata è chiusa e il custode con le chiavi non è a casa, sarà chissà dove. Sconsolati ripartiamo e ci dirigiamo verso Brasov dove alloggeremo in piccoli bungalow all'interno di un campeggio.

La sistemazione è la più divertente del viaggio, almeno per noi. Il campeggio è pulitissimo e ordinato, in una zona tranquilla e fresca, fantastico. Scarichiamo le valigie praticamente sulla porta della nostra piccola casetta !

Dopo la cena si fa una corsa in centro che si rivela di una bellezza incredibile; la parte pedonale è nuovissima, piazze e vie lastricate a nuovo, palazzi e monumenti illuminati in modo fantastico, sembra quasi di essere in una capitale europea ! Il poco traffico rende serena tutta la zona circostante. Il resto della città durante il giorno non è così tranquillo !

 

Lunedì 6 agosto  La traversata della Transfagarasanul

 

La giornata dovrebbe essere di riposo…e infatti molti ne approfittano per rigenerarsi o per fare un salto in centro. Il manipolo di eroi, gli altri ci hanno definito matti…, di cui facciamo parte preferisce dedicarsi ad una escursione guidata da Dino di circa  400 km.

L'obiettivo del giro è percorrere la Transfagarasanul, strada voluta da Ceausescu per dimostrare la superiorità dell'uomo sulla natura; la strada c'è, ma è chiusa molti mesi all'anno per neve, tanto per far capire  chi comanda !

Dino preferisce effettuare il giro al contrario di come indicato nel road-book per scongiurare l'effetto maltempo che si preannuncia all'orizzonte.

Puntiamo quindi verso Fagaras, in cui si trova una cittadella fortificata, ma al lunedì è chiusa (grrrrr) e quindi ci limitiamo a scattare qualche foto dall'esterno. Ripartiamo velocemente sulla trafficata strada principale che porta a Sibiu, fino a quando raggiungiamo la deviazione per i monti Fagarasanul, da cui appunto Transfagarasanul. La strada si presenta come una pianeggiante lingua di asfalto, immersa in campi coltivati in cui ogni tanto un rimorchio da camion coloratissimo spicca nei campi. Contiene numerosi alveari e molto probabilmente anche le attrezzature per lavorare il miele, che viene venduto lungo la strada in confezioni di qualsiasi tipo : barattoli, vasetti, bottiglie da un litro e mezzo delle bibite, qualsiasi contenitore abbia un tappo. Giovanna se li vede correre sotto gli occhi senza poter fare nulla…per fortuna non guida lei !

Dopo poco la strada comincia a salire e dopo poche curve si presenta davanti a noi un panorama mozzafiato: una cascata in lontananza, immersa nel verde più assoluto di lussureggianti foreste di pini il cui profumo si insinua nel casco prepotentemente.

Raggiungiamo il lago Capra, immerso in una fitta nebbia, alla sommità del passo; l'aria è molto fresca . Le cime dei monti intorno a noi raggiungono quote di 2500 e 2600 metri e noi non siamo cosi' tanto sotto. Una sosta al bar per scaldarci un poco e poi si scende dall'altro versante, attraversando una galleria in discesa priva di illuminazione e il cui fondo è completamente bagnato dall'acqua che scorre lungo le pareti della galleria. La sorpresa uscendo; il sole si mostra senza veli e scalda l'aria offrendo una vista entusiasmante. La strada scende perfetta compiendo larghi curvoni in stile passo svizzero, offrendo l'occasione per delle belle fotografie in gruppo. Un gruppo di cavalli allo stato semi brado ci fa da sfondo… e ci offre anche un diversivo per la discesa…

Incontriamo quattro tedeschi con delle enduro mono che incontreremo ancora non solo oggi ma anche ai monasteri in Bucovina .

Scendiamo verso il fondo valle, ma prima di arrivarci, ci fermiamo nei pressi della centrale elettrica sotto il lago Vidraru, da dove si possono vedere le rovine della fortezza di Poienari, il vero castello di Vlad Tepes; sono poste su un'altura e il poco tempo a disposizione, insieme ai circa 800 gradini per salire, ci fanno desistere dall'impresa. Prossima tappa Curtea de Arges in cui si trova un monastero, edificato fondendo stile bizantino e moresco insieme, creando un edificio unico, il cui interno sfarzoso fa pari con le decorazioni esterne. Una breve visita e si riparte in direzione Brasov passando però dalla località di Poiana Brasov; si tratta di una nota stazione di sport invernali immersa nel verde. La strada in discesa ci accompagna alla meta offrendoci un suggestivo panorama della città .

Rientriamo in campeggio, al termine di una giornata fantastica, graziati dal meteo che ha invece punito gli altri che sono rimasti in campeggio.

Cena e veloce briefing per domani; chi vuole può fare un tratto sterrato e raggiungere i vulcani di fango. Noi ci saremo !

 

Martedì 7 agosto  Vulcani e Fiumi

 

Naturalmente per premiare i volenterosi sterratisti…si parte un'ora e mezza prima degli altri !

La prima parte della strada è fantastica, attraversiamo piccoli paesi lungo la strada per Buzau; data l'ora del mattino, un velo di nebbia dona alle case un aspetto quasi fiabesco.  Il tratto che segue dopo lo spartiacque dei Carpazi con i suoi 650 metri di altitudine, è caratterizzato da un bel paesaggio in cui si incastona un lago artificiale che regala begli scorci tra le piccole montagne e i pascoli ai bordi del lago.

La strada è scorrevole nonostante un po’ di traffico e il fondo è discreto; raggiungiamo Berca dove inizia lo sterrato. Dino chiede informazioni sulle condizioni della strada,  soprattutto per i due BMW RT che si sono aggregati, e gli viene indicata un'alternativa. Qualche indicazione chiesta ai contadini e pastori incontrati e finalmente raggiungiamo la cima dei vulcani.

I Vulcanii Noroiosi sono piccoli coni vulcanici di fango argilloso da cui fuoriescono gas e aria creando bolle dense udibili anche ad orecchio con un sonoro "blob". E' un fenomeno insolito creato dai gas naturali presenti nel sottosuolo, la zona è ricca di pozzi petroliferi, e i bambini ne approfittano per scivolare a piedi nudi sul fango bagnato, anche gli adulti ogni tanto scivolano, ma divertendosi meno !

La Giò preferisce appoggiare saldamente i piedi…finendo nel fango fino alla caviglia ! Per fortuna indossa gli stivali.

Scendiamo fino alla strada principale per incontrare gli altri del gruppo che, impazienti, sono invece ripartiti alla volta di Braila. Per il pranzo ci fermiamo a Buzau, caotica città senza grandi attrazioni o monumenti per cui valga la pena fermarsi.

Gli altri compagni di viaggio ci attendono all'imbarco del traghetto che attraversa il Danubio; in pochi minuti siamo sull'altra sponda, e la strada d'ora in poi costeggerà il corso di uno dei rami del grande fiume, offrendo panorami e scorci unici.

Prima dell'ingresso in Tulcea ci fermiamo davanti ad un cartello che indica l'inizio del parco naturale e biosfera del delta del Danubio per una foto di gruppo; è la foto di apertura del nostro album fotografico delle vacanze…

Arriviamo in città e ricoveriamo subito le moto in un parcheggio chiuso, visto che per molti di noi resteranno ferme lì due giorni. L'hotel si rivela confortevole e abbiamo l'aria condizionata in camera. Dopo la giornata calda di oggi ci voleva…

Questa sera dopo la cena subito a preparare il piccolo bagaglio da portarci sull'hotel galleggiante nei prossimi due giorni.

 

Mercoledì 8 agosto  Il delta del Danubio

 

Dopo la colazione salutiamo quelli che resteranno in città e ci dirigiamo al porto dove con una barca ci trasferiamo all'hotel galleggiante; si tratta di un pontone, ex chiatta prigione, in cui i detenuti venivano alloggiati la notte, mentre durante il giorno venivano impiegati nei lavori di manutenzione e sistemazione dei canali del delta. Dragos, il nostro albergatore, assomiglia a Sean Connery in "caccia a ottobre rosso", lo ha trasformato in un lussuoso albergo galleggiante tre stelle;  si rivela un esperto cacciatore e pescatore. Le foto appese alle pareti che lo ritraggono con lupi, orsi, cinghiali, pesci siluro e lucci dalle dimensioni ragguardevoli parlano da sole; conduce persino una trasmissione su una tv nazionale e organizza battute di caccia , pesca e bird-watching per tantissimi gruppi inclusi gli italiani della prossima settimana. Non da meno il suo staff che alterna la conduzione delle barche alla preparazione dei pasti, il tutto sempre in maniera ottimale. Le camere sono piccole cabine da due posti letto, bagni in comune e al piano superiore un salone con aria condizionata e tv satellitare; non manca nulla e tutto è pulito e in ordine, complimenti !

Dopo pranzo saliamo sulle barche più piccole e andiamo alla scoperta di alcuni canali minori, in cui osserviamo numerosi uccelli e animali allo stato brado. Ogni tanto un rumore d'acqua attira la nostra attenzione : sono i pesci che saltano per catturare gli insetti sul pelo dell'acqua.

Il tempo di una passeggiata sulla terraferma per osservare la flora locale, ridotta a poco a causa delle continue esondazioni e cambiamenti dettati dal grande fiume, per poi ritornare al pontone per la cena, quattro chiacchere, una partita a carte e poi in branda…

 

Giovedì 9 agosto  Mar Nero

 

Oggi andiamo al mare! Mi spiego meglio; partiamo con la barca che ci ha portato dal porto al pontone, percorrendo il canale di Sulina. Il canale è navigabile e incontriamo numerosi mercantili che risalgono il fiume; il canale sfocia appunto a Sulina , piccolo agglomerato di case sull'estuario del ramo e praticamente raggiungibile solo via acqua. Ad aspettarci dovrebbe esserci un carro con i cavalli per portarci fino in spiaggia, ma con grande stupore di Dino troviamo un furgone, su cui saliamo in sedici. La sorpresa per Dino di trovare il furgone e la presenza di molte macchine in giro al contrario dello scorso anno, vengono presto chiarite da Dragos. Ci spiega che sono state portate con le barche gli abitanti per muoversi meglio lungo le polverose strade del paese, ma sembra che ci sia in cantiere una strada che colleghi Sulina a Tulcea; progresso per loro, scempio per noi…

Il guidatore del furgone si rivelerà un pilota spaventoso, e sicuramente in lotta per abbassare il tempo personale del circuito; arriviamo in spiaggia finalmente, dopo aver riso tutto il tempo ! Stessa situazione al ritorno, ma "solo" in quindici…il furgone dovrebbe essere un "nove posti"…

Il paese è molto popolato in quanto le località più note della costa sono ormai al completo, e gli abitanti si sono improvvisati albergatori ospitando in una sorta di Bed & Breakfast i turisti locali, occupando addirittura la scuola e il giardino annesso con tende o semplici sacchi a pelo.

Bagno nel mar Nero e pranzo in spiaggia organizzato da Dragos e il suo staff; il pranzo è ottimo e abbondante, con pesce e specialità locali in una sorta di self-service casalingo, sotto un tendone sulla spiaggia.

Ritorniamo al pontone che intanto sta risalendo il fiume per tornare al punto di partenza del giorno precedente. Un'ottima cena e ci prepariamo per una uscita in barca notturna; lo scopo è quello di visitare una zona in cui i pellicani stazionano; saliamo su piccole barchette per raggiungere il lago ma purtroppo l'acqua ha sommerso la parte asciutta e i pellicani non ci sono. Pazienza, abbiamo comunque percorso dei canali solitari in cui papere e uccelli trovano il loro habitat, indisturbati e a loro agio; l'occasione per qualche foto.

Curiosità : la barca su cui siamo saliti era l'unica con il rematore. Gli altri avevano un motore. Alla partenza il nostro chiedeva come benzina…una lattina di birra ! per fortuna gli altri ci hanno poi trainato altrimenti eravamo ancora là .

Le tanto fameliche zanzare del Danubio non hanno colpito così duro; forse solo io ho rimediato una puntura su una mano, unica parte scoperta del corpo. La quantità di insetti attaccati all'esterno dei  vetri del pontone è comunque spaventosa.

Questa notte la passeremo ancora sull'hotel galleggiante, per tornare domani mattina a terra.

 

 

 

Venerdì 10 agosto  Ritorno a Brasov

 

La sveglia suona presto, visto che la partenza è prevista per le 7 e 15. Dopo la colazione a bordo e aver salutato l'equipaggio facciamo ritorno verso Tulcea  con la barca del primo giorno; una leggera nebbia rende difficoltosa la navigazione, tanto da sfiorare la collisione con una barca che procedeva in senso opposto e contromano, e più tardi con un grosso mercantile che sembra viaggi alla cieca rischiando lui stesso la collisione addirittura con l'argine del fiume…dopo questi incontri il sonno è passato !

Fortunatamente la nebbia si dissolve e raggiungiamo il porto sani e salvi, giusto in tempo per raggiungere l'albergo e caricare le moto. Partiamo alla volta di Brasov, ma percorrendo una strada diversa dell'andata. Il paesaggio è all'inizio pianeggiante e l'aria calda e afosa in alcuni tratti rende faticoso respirare; dopo Ploiesti fortunatamente il paesaggio cambia e le colline portano un po’ di aria fresca. La strada comincia a salire regalando un po’ di curve e un piccolo bar invoglia ad una sosta per la merenda; il tempo di vedere la griglia accesa e siamo già seduti a goderci delle piccole ma gustose salsicce, visto il pranzo frugale. Ormai mancano pochi chilometri al campeggio di Brasov e l'idea di dormire al fresco nei bungalow conosciuti all'andata mette tutti di buon umore. La salita al passo di Bratocea a 1263 metri e la conseguente discesa regalano bei panorami in stile passo alpino, e nonostante la bella giornata l'aria è frizzante.

Nota tecnica : nel tratto di strada più caldo Dino si ritrova con una gomma forata; fortunatamente la tecnica della doppia camera d'aria risolve brillantemente la situazione, lasciando di stucco lo scrivente e gli altri. Toccando le gomme in quell'occasione si fatica a tenere appoggiata la mano…

Appena ripartiti dal bar sopra Sacele, anche Cosimo, in una frenata d'emergenza su dei vetri sparsi sulla strada si ritrova con una gomma tagliata. Inevitabile per lui dover ricorrere al gommista, che trova in un paesino disperso nella campagna poco prima di Brasov, e dove anche Dino aggiusta la camera bucata.

Oggi un avvenimento mi ha lasciato veramente perplesso . Ci siamo ritrovati a mangiare qualcosa in un chiosco in prossimità di un incrocio alla periferia di un piccolo paese. Quasi immediatamente dopo esserci fermati, un bambino di, penso, 6-7 anni è sbucato dal nulla. Senza scarpe, vestiti sporchi e rovinati, mani sporche…pensando al figlio della proprietaria, non ho dato molto peso alla cosa. Dopo qualche minuto, il bambino chiede qualcosa, ma impossibile da capire. Con l'aiuto di Ela, occasionalmente passeggera di Paolo, chiediamo cosa vuole; voleva un succo di frutta … Qualcosa ciascuno, gli abbiamo comperato da bere e da mangiare, aiutandolo almeno per quel giorno…ma sono rimasto molto scioccato.

Sempre grazie ad Ela, abbiamo chiesto dove fossero i suoi genitori, dove vivesse…la riposta è stata "io vivo qui". Dietro e davanti a noi campi di granturco, la strada che stiamo percorrendo e poco altro…il comportamento della proprietaria del chiosco, visto la freddezza con cui lo ha trattato, escludeva qualsiasi rapporto…Sono rimasto con poche parole da dire…e non solo io…

Poco prima a qualcuno era caduta una banconota, avrebbe potuto prenderla e scappare…l'ha raccolta e l'ha porta a chi era li'…

   

 

Sabato 11 agosto  I castelli rumeni

 

Oggi siamo ancora al campeggio, ma la giornata è dedicata alla visita di due castelli nella zona. Il primo è Peles .Lo raggiungiamo dopo circa una quarantina di chilometri, passando dal paese di Sinaia, che si presenta affollato e molto turistico grazie alla sua posizione e alle numerose fonti termali. La prolungata sosta in attesa del resto del gruppo per salire al castello non mi lascia sperare bene…infatti la strada che saliva veloce a Sinaia era coperta da vistose chiazze di gasolio; una guida estremamente attenta permetteva comunque di procedere anche a buona velocità sui tornantoni, ma evidentemente Paolo si è trovato sopra ad una di esse e la caduta è stata inevitabile. Nessun danno al pilota e alla moto se non la rottura della pipetta della candela del Quota, che ha reso necessaria una riparazione provvisoria…fino al ritorno in Italia. La pipetta è particolare e introvabile in Romania.

Facciamo gruppo all'ingresso del castello e finalmente entriamo. Il viale che percorriamo ci offre una stupenda visione del castello, costruito all'inizio del secolo . I giardini sono ben curati, ma l'erba incolta e più adatta ad un prato da fieno ci lascia un po’ perplessi (non sarà l'unica volta in cui lo notiamo). E' il turno delle visite in italiano e dopo aver indossato delle pattine per non rovinare i pavimenti e aver discusso con i custodi sul fatto di portare con noi le macchine fotografiche assicurando di non fare nessuna foto, anziché lasciarle all'ingresso, varchiamo la porta di ingresso. Le sale che si susseguono nella visita sono riccamente decorate sia con affreschi che con stucchi e pannelli di legno intarsiati, davvero un lavoro incredibile.

Pranziamo al ristorante nel parco del castello per poi dirigerci al castello di Bran distante circa 50 chilometri. La cittadina di Bran si presenta come un piccolo borgo contadino, ma basta girare una curva per trovare ai piedi del castello un fiorente mercato con bancarelle colme di souvenir e oggetti acchiappaturisti  insieme a begli oggetti di artigianato…

Il castello è molto bello e completamente diverso da quello di Peles al cui sfarzo contrappone la sua semplicità rustica, mantenendo comunque i tratti di castello austero, dominando dall'alto di uno sperone roccioso la piccola valle e l'intero abitato. Ai  piedi del castello in un parco curatissimo è stato allestito un museo etnografico all'aperto contenente numerose costruzioni tipiche; tali costruzioni, da semplici case a botteghe artigiane, provengono dalle diverse regioni della Romania. Sono state smontate e trasportate fino a qui, dove poi sono state ricostruite complete degli arredi interni. Veramente bello .

Lasciamo il castello per dirigerci verso Brasov includendo una tappa a Risnov per visitare la cittadella arroccata in alto sopra la città nuova. Lo sterrato che conduce in alto effettua la solita selezione…

La cittadella è di origine medioevale, ed è in fase di recupero. Le mura che la proteggono racchiudono numerose case ancora quasi integre e diverse strutture comuni dalle cui balconate coperte si gode uno stupendo panorama. La cima della cittadella offre una visione a 360 gradi di tutto il circondario.

Per il ritorno l'idea di passare da Poiana Brasov viene abbandonata a causa della chiusura della strada per lavori; pazienza, torneremo dalla strada del fondo valle; fortunatamente noi siamo riusciti a passare da lì al ritorno dalla Transfagarasanul.

 

Domenica 12 agosto  Le chiese sassoni

 

La giornata non promette nulla di buono, il cielo diventa rapidamente nero, e solo una sottile striscia di sereno in fondo, nella direzione in cui dobbiamo andare, mi conforta. Quasi tutti indossano la tuta anti acqua alle prime piccole gocce, ma noi aspettiamo: la prima tappa è a pochissimi chilometri.

Raggiungiamo Harman con solo il fondo dei jeans bagnati dalla poca acqua sollevata dalla ruota anteriore, la Gio' addirittura è asciutta; molto bene !

Visitiamo la chiesa fortificata con Liana che traduce quello che dice il custode. La chiesa si trova al centro di mura in cui sono ricavati alloggi per le famiglie che abitano all'esterno. In caso di assedio ogni famiglia non doveva fare altro che occupare l'alloggio all'interno delle mura contrassegnato con il numero corrispondente alla propria abitazione esterna. Tanto semplice quanto efficace. Alcune di queste chiese hanno retto all'assedio anche prolungato da parte di spietati condottieri che, alla fine,  hanno desistito nell'impresa.

All'uscita della chiesa intanto il cielo si è fatto sereno. Ripartiamo per visitare la chiesa di Prejmer simile a questa ma più grande. Dobbiamo attendere per entrare, la messa sta finendo e all'uscita le donne anziane, rappresentanti di quella comunità sassone che ha edificato tali chiese, si mostrano con i tradizionali lunghi copricapi a merletti.

Una particolarità : le funzioni sono officiate in lingua tedesca, e tra loro anche i pochi sassoni rimasti parlano in tedesco…

Al termine della visita ripartiamo divisi a gruppetti in direzione del Lacu Rosu, dove pochi chilometri prima ci fermiamo in un negozio di paese a comperare qualcosa da mangiare; pane di patate, una sorta di speck saporito e del lardo (alla faccia del colesterolo) letteralmente divorati sui tavoli fuori dal negozio…

Pochi minuti, il tempo di scollinare il passo di Bicaz a 1256 metri ( il fresco e la nebbiolina di una giornata cupa ) e siamo al lago . La strada percorsa presenta numerosi tratti con terra e addirittura alberi sulla carreggiata, mi sa che abbiamo scampato un violento temporale !

Il lago si presenta con le sue tranquille acque scure, da cui affiorano le cime di tronchi pietrificati che si sono conficcati nel fondo; uno scenario davvero insolito. Complice anche le non favorevoli condizioni meteo che creano una particolare atmosfera. Il lago è molto frequentato e numerosi ristoranti, piccoli alberghi e bancarelle lo testimoniano.

Lasciamo il lago per gettarci nelle stupende gole di Bicaz, pareti rocciose ripidissime alte diverse centinaia di metri, che inghiottono la strada regalando un panorama mozzafiato in cui ci si sente davvero piccoli…

Al termine delle gole ci si trova a percorrere una strada affiancati da bei prati, che ci accompagnano fino all'incrocio dove svoltiamo a sinistra per salire al lago artificiale di Bicaz.  E' domenica e salendo incontriamo  numerose famiglie a piedi che tornano da una giornata di riposo o da qualche picnic .

Ci dirigiamo verso Piatra Neamt e con estrema facilità grazie anche al road-book troviamo l'hotel presso cui siamo alloggiati. Il tempo di scaricare la moto e dopo poco un bell'acquazzone conclude la nostra giornata; il resto del gruppo rimasto indietro si farà un pezzo sotto l'acqua !

Dopo cena tentiamo di sentire un po’ di musica dal vivo suonata nel bar all'aperto dall'altra parte della strada, ma il gruppo ha appena concluso. Non resta che andare a dormire.

 

Lunedì 13 agosto  I monasteri della Bucovina

 

Il cielo è sereno e non c'è nemmeno una nuvola in cielo anche se la temperatura si è leggermente abbassata; non si può avere tutto ! Prima della colazione cerchiamo l'ufficio postale per acquistare i francobolli scoprendo in un piccolo giardino pubblico dietro l'hotel una graziosa chiesa ortodossa con tanto di campanile staccato dal corpo principale. L'anziana custode dell'edificio si offre addirittura di aprirci la torre per godere della vista, ma il tempo è davvero poco e a malincuore dobbiamo rinunciare. La cartolina della chiesa ravviva il ricordo dell'espressione di compiacimento della signora quando alla domanda della nostra provenienza abbiamo risposto " Italia".

Anche se spesso è difficile comunicare, soprattutto con gli anziani, ci vogliono comunque far sapere che un loro parente ha lavorato o lavora tuttora in Italia. La nostra presenza in quel momento viene da loro interpretata forse quasi come una sorta di gemellaggio o qualcosa di simile…è una sensazione che non riesco a spiegare, bisogna viverla…per pochi secondi, ma bisogna viverla.

La prima tappa di oggi sarà il monastero di Voronet, nella regione della Bucovina.

Nota tecnica : dopo pochi chilometri uno sguardo per osservare il contachilometri che indica…zero. E' fermo ! Alla prima sosta l'intuizione di Tiziano è giusta: si è svitato il cavo sotto lo strumento. Al monastero, visto che siamo giunti prima del resto del gruppo avrò tempo di sistemarlo.

Per i visitatori locali oggi c'è un'attrazione in più : le nostre moto ! messe tutte in fila sono fotografate da tutti . Tra le altre cose all'uscita dalla visita troveremo i quattro tedeschi che abbiamo incontrato sulla Transfagarasanul.

Il monastero è davvero fantastico. E' immerso in una cinta muraria che lo ha difeso nei secoli, e le pareti interne ed esterne dell'edificio sono completamente dipinte con scene della bibbia, e con colori talmente accesi da sembrare dipinti da pochi anni. Questo di Voronet risale alla fine del 1400 e solo in alcuni punti dove le intemperie hanno colpito, sono sbiaditi. Avere come guida la madre superiora che parla un buon italiano non può farci che piacere . Unico…

Lasciamo il monastero per dirigerci verso Sucevita, dove ci attende un altro monastero, che visiteremo dopo pranzo. Il pranzo di oggi merita di essere segnalato : anche se quasi inattesi siamo stati serviti subito e il menù era ottimo. Polenta con uovo fritto, del pecorino fresco grattugiato, spezzatino di carne, funghi con panna e funghi con aglio, come finale una coppa di mirtilli, chiaramente bere e caffè alla cifra di ottomila a cranio…

Tutto questo, nel pomeriggio caldo stimola quella voglia di sonnellino…!

Il monastero di Sucevita è simile al primo, con una cinta muraria più estesa e delle possenti torri agli angoli. Molti meno visitatori contribuiscono anche ad infondere un senso di pace e tranquillità degni del luogo.

Ultima visita per oggi, il monastero di Moldovita. Per chi pensa sia monotono visitare tre monasteri di seguito anticipiamo subito che comunque sono tutti abbastanza vicini e lungo la stessa strada. Ognuno è diverso per qualcosa dall'altro e la magnificenza delle opere ripaga della visita. Prendersi qualche minuto per apprezzare la pace che si respira seduti su una panca di sasso all'interno delle mura, osservando le pareti affrescate e le suore intente al loro lavoro quotidiano danno il tempo e l'occasione di scambiare quattro chiacchere anche con il simpatico signore che sentendo i nostri apprezzamenti sui monasteri si è reso partecipe del discorso, dicendoci fra l'altro che ha visitato Firenze…tanto per confermare quanto detto per Piatra Neamt.

Puntiamo verso il passo Borg , quota 1227 metri, dove questa sera pernotteremo all'hotel Dracula.

Niente paura, è solo in onore di Bram Stoker, creatore della figura di Dracula che qui ambientò la sua opera. L'hotel è molto grande e dopo cena la divertente visita alla cripta del conte…beh non tolgo la sorpresa a chi andrà !

Dimenticavo, l'applauso di oggi è per Alessandro che ha sfiorato la multa; ha superato in curva un carro trainato da bestiame e la polizia lo ha fermato. Quasi multa perché è solo un avvertimento (?!?); singolare anche la compilazione : tra le varie generalità scritte, nome dei genitori e professione svolta !

 

Martedì 14 agosto  Il Maramures e le sue chiese in legno

 

La visita delle chiese in legno della regione del Maramures sono l'obiettivo di oggi. Lasciato l'albergo scendiamo verso valle in un susseguirsi di curve immersi nel paesaggio montano del passo. Poco prima di Bistrita deviamo per seguire una bella strada collinare, circondati da campi coltivati in cui sono impegnate molte persone; chi a raccogliere fieno e condurre i carri, chi a coltivare i campi. Soggetti unici da immortalare con qualche scatto. Costeggiamo ora il corso di un fiume attraversando piccoli paesini con quasi nessuno in giro. Giunti a Sacel svoltiamo ancora per prendere la strada secondaria che porta a Sighetu Marmatiei, caratterizzata da piccoli centri contadini le cui chiese in legno risalgono al 1700, o come quella di Ieud al 1300. La prima che incontriamo è quella di Dragomiresti, dall'aspetto veramente recente. Tentiamo di visitarla ma è chiusa; stiamo risalendo in moto quando un uomo si avvicina quasi correndo e gesticolando. E' il custode, o forse sagrestano, che ci ha visto ed e' corso ad aprirci. Ci illumina l'interno e ci spiega che la chiesa ha tre anni (ecco perché è così visivamente nuova), in quanto quella vecchia è stata smontata e ricostruita in un museo ! Incredibile, vi assicuro che le dimensioni sono ragguardevoli.

Ringraziamo e ripartiamo per la prossima tappa, Bogdan Voda. La chiesa questa volta è autentica e fa una certa impressione vedere la vecchia chiesa in legno con lo sfondo di quella nuova in cemento; un contrasto veramente stridente, ma su cui poco si può.

L'interno è molto scuro e si intravedono dipinti direttamente sulle pareti di legno, ormai coperti dal tempo e dai fumi di incensi e candele.

La chiesa di Ieud, risalente al 1364, è nella parte popolare del paese. Un chiassoso gruppo di bambini ci accompagna chiedendoci continuamente bon-bon …appena fermi, apro una valigia in cui ho diversi pacchetti di chewing gum . Durante tutto questo, sono circondato da almeno 30 bambini di ogni età ! La Giò, insieme a Beghetto, si occupa di distribuire un poco a tutti. Siamo tutti colpiti da questa situazione, non ce lo aspettavamo. Ad averlo saputo si comperavano biscotti e caramelle…peccato.

Visitiamo la chiesa posta sopra una piccola collina, e circondata dal cimitero. E' suggestivo. Come l'anziana signora che si occupa di dare i biglietti di entrata, compilandoli a mano.

Ripartiamo salutati dai bambini in direzione di Sighetu Marmatiei, dove poco prima di entrare in città, raggiungiamo gli altri. Un veloce pranzo per dedicarci al giro del pomeriggio. La visita alla chiesa di Surdesti viene rinviata a domani; Dino ha saputo di una festa religiosa molto importante in una località vicino a Moisei e incuriosito vorrebbe andare lì; raggiungiamo il posto, distante circa 70 chilometri, e ci apprestiamo alla salita verso il santuario.

La strada è sterrata e in salita, praticamente colma di gente in costume tradizionale, procediamo a passo d'uomo. Lungo la strada numerose persone chiedono l'elemosina, per povertà o mostrando menomazioni o malformazioni. La fede è forse per tanti un rifugio in cui sentirsi protetti o cercare conforto…

Giunti al termine della strada la visione è veramente d'effetto: da un lato della strada il santuario con centinaia di persone che pregano all'aperto, con cantilene e cori per noi poco riconoscibili, mentre dall'altra parte una distesa di bancarelle che vendono bibite e cibo, ma anche vestiti, giochi e le immancabili taiwanate . Sacro e profano distanti 30 metri. La quasi totalità di persone in costume tradizionale acuisce il contrasto, sacro e profano, antico e moderno. Incredibile !

Ci apprestiamo al ritorno percorrendo la strada che abbiamo percorso questa mattina, incontrando una processione; domani è il 15 agosto, e la festa dell'assunzione di Maria è molto sentita dal popolo rumeno.

Cena fuori in un ristorante all'aperto e poi a nanna; la giornata di domani sarà lunga.

 

Mercoledì 15 agosto  Sapanta, cuore del Maramures

 

Ci alziamo con comodo, a dispetto dei trecento chilometri che ci aspettano. In realtà la prima tappa sarà la visita del Cimitirul vesel , il cimitero allegro, di Sapanta  distante una cinquantina di chilometri, e dove poi ci fermeremo a pranzo, presso una famiglia contadina conosciuta da Dino nel corso della prima edizione.

Cogliamo l'occasione per cercare dove imbucare le cartoline e con grande stupore troviamo l'ufficio postale aperto, oggi è il 15 agosto. Il tempo di prepararci, caricare la moto e partiamo.

Il cimitero allegro è davvero insolito; l'appellativo che gli è stato dato è dovuto alla presenza di lapidi particolari. Esse sono realizzate incidendo delle spesse tavole di legno, colorate con colori vivaci di cui un particolare tono di azzurro fa da sfondo; sulla lapide viene descritta, sia con un "disegno" che con una poesia, la vita del defunto e la situazione in cui è avvenuta la sua morte. E' poi possibile visitare la casa/laboratorio dell'ideatore di tali meraviglie in cui il suo attuale discepolo prosegue la tradizione. La visita nella casa è fugace, in quanto una troupe televisiva capitanata da una giovane donna dai tratti asiatici, attende il maestro per seguirlo durante la giornata. Oggi c'è una grande celebrazione liturgica in occasione della festa della Madonna, e anche noi raggiungiamo il santuario per osservarne lo svolgimento.

In realtà tutto il paese è radunato fuori dalla grande chiesa, in quanto la costruzione non è ancora terminata. Le dimensioni sono ragguardevoli e per agevolare i lavori è stata approntata una segheria sul posto. Osserviamo le donne in costume tradizionale pregare e cantare, ma anche la costruzione in via di completamento, che mostra tutta l'abilità e la bravura di questo popolo nella lavorazione del legno. Gli incastri delle travi sono tutt'altro che semplici, eppure non c'è la minima aria tra un trave e l'altro, che inoltre è stato anche riccamente intarsiato. La copertura del tetto poi sono un'infinità di piccole tavole di legno spesso pochi centimetri sovrapposte le une alle altre, su una copertura ripidissima, quasi tendente al verticale.  Notevole davvero.

Ci dirigiamo verso la casa dei nostri odierni ristoratori; la famiglia accoglie Dino e gli altri dello staff in modo caloroso, comunque lo stesso trattamento è riservato a noi ! Si mangia in cortile, e prima di iniziare troviamo sul tavolo un bicchiere di Tuica, grappa nostrana di prugne, da bere come aperitivo; dicono che stimoli l'appetito !

Il pranzo è superbo, riusciamo ad apprezzare numerose specialità locali; ripartire con il caldo e in vista dei 300 chilometri…molti stanno pensando di fare un sonnellino, ma la sirena della moto di Dino richiama tutti all'ordine; si parte !

Ci muoviamo in direzione di Cluj, percorrendo nel primo tratto una strada secondaria e poi terziaria, immersa in belle colline ondulate e ricche di boschi e pascoli, per raggiungere Surdesti ed in particolare la sua chiesa in legno; è la più alta del Maramures con i 78 metri del suo campanile, e la raggiungiamo poco prima della messa. E' di una bellezza incredibile vederne l'interno illuminato e ricco di paramenti sacri e icone. Uscendo una scala attira la mia attenzione; dirigo il mio sguardo in alto e una mano mi fa cenno di salire; un gruppo di uomini sta suonando le campane ed inoltre si può osservare la struttura che sorregge l'alto campanile in legno; ringrazio per la gentilezza e raggiungo le moto, dove gli altri stanno contrattando per l'acquisto di minerali che gli abitanti si sono precipitati a vendere vedendoci passare. I bellissimi minerali sono frutto della ricerca nelle numerose grotte della zona, e l'occasione dei turisti in visita alla chiesa ha fatto nascere questo insolito mercato.

La strada del ritorno si presenta trafficata e monotona; il buon Alessandro, l'esploratore solitario del gruppo, propone una variante mettendo insieme tre cartine diverse per capire dove porta la strada. Si rivelerà molto bella, dal fondo discreto e con un ottimo paesaggio, ma soprattutto priva di traffico.

Dino si complimenta, e mi sa che il prossimo anno sarà tra le varianti !

Raggiungiamo Cluj, dove pernottiamo all'hotel Liliacul, lo stesso dei primi giorni; lo spirito è ben diverso, questa volta segna la fine di questa stupenda vacanza, e non sono l'unico a pensarci…

Cena e poi a fare quattro chiacchere prima di andare a dormire. Domani saremo fermi a Cluj, e cerchiamo di trovare una buona soluzione per passare la giornata.

 

Giovedì 16 agosto  Ultimo giorno a Cluj

 

Dopo la colazione partiamo con Ela ed Alessandro verso il museo etnografico all'aperto nel quartiere di Hoia. Colgo l'occasione per guidare la Dacia di Ela, auto onnipresente in mille varianti e destinazioni d'uso. Grazie Ela !

Il museo è davvero vasto, raccoglie circa 80 costruzioni provenienti da tutta la Romania, e ogni edificio appare ben curato e mantenuto; avvicinandosi alle finestre notiamo come siano arredati di tutto punto. Diverse donne sparse su tutta l'area del parco si occupano di tenere pulite le case, spolverando i mobili, pulendo pavimenti e vetri, e tenendo in ordine l'esterno. Non appena ci vedono, si precipitano per aprire e rendere possibile la visita all'interno. Visitiamo in circa due ore una metà del parco, osservando le caratteristiche salienti delle abitazione di quasi tute le regioni attraversate. Molto bello e rilassante, ne è valsa davvero la pena.

Al termine Ela ci lascia in centro dove accompagniamo Alessandro in una visita al mercato, per poi pranzare insieme. Nel pomeriggio mentre lui si fermerà in centro, noi ritorniamo in albergo, il tempo di una telefonata a Fabrizio per rintracciare dove sono, e partiamo per il lago di Belis. Lo abbiamo già visto il giorno dopo l'arrivo, ma ne vale la pena e ci ritorniamo volentieri. Guadagniamo la cima del passo e troviamo gli altri stesi in un prato. L'occasione è buona per scambiare opinioni sul viaggio, sulla Romania e sull'organizzazione; siamo tutti concordi : fantastico.

Sulla strada del ritorno ci fermiamo nelle bancarelle già conosciute, questa volta per acquistare qualche prodotto di artigianato. Finiti gli acquisti ritorniamo in albergo per la cena.

La cena della sera è un po’ speciale; è l'ultima in terra rumena, e l'organizzazione ha preparato un premio speciale per il più simpatico del gruppo che proprio noi dovremo nominare; il premio va a Beghetto, davvero unico con i suoi parcheggi itineranti. Comunque un ricordo della vacanza lo otteniamo tutti…

Riceviamo i complimenti, per la nostra autonomia e intraprendenza, e la cosa ci riempie di orgoglio. La serata va per le lunghe, domani la giornata sarà impegnativa e i bagagli ancora da ultimare ci chiamano; ci ritiriamo in camera. Buona notte a tutti.

 

Venerdì 17 agosto  Comincia il rientro, direzione Vezprem

 

Prima di partire schieriamo le moto per una foto, ma non dell'organizzazione (che le ha già scattate a Voronet) , ma per il giornale locale di Cluj che ci dedicherà un articolo…siamo famosi…

Salutiamo Ela e il piccolo Tudor, moglie e figlio di Adi, e partiamo lasciamo la città che ha dato il via al tour, diretti al confine. Medesima strada dell'arrivo fino al confine. Passare le due dogane questa volta è più lungo, forse c'è anche più gente. Morale, l'ora che avremmo dovuto recuperare spostando indietro l'orologio, l'abbiamo persa in dogana. Appena in Ungheria, ci fermiamo tutti a mangiare qualcosa al primo bar, proseguendo poi all'inverso dell'andata. In questo tratto Valerio si accorge di avere la gomma posteriore dell'RT sgonfia; la causa è una vite conficcata ! procediamo alla riparazione e poi verso l'autostrada. Imbocchiamo in direzione del Balaton e poi verso Vezprem, meta della tappa odierna.

L'hotel è in centro e il livello è superiore ad alcuni di quelli rumeni; la cena sarà discreta.

Domani mattina molti, noi compresi, partiranno presto per raggiungere casa in una tappa unica. Salutiamo tutti anche se alla fine ci intratteniamo a parlare con Dino e Liana del viaggio, della sua organizzazione e dei problemi incontrati nelle prime edizioni. Aneddoti divertenti…

 

Sabato 18 agosto  Destinazione casa, l'avventura è finita…

 

Partenza alle 6. Dovremmo fare colazione, ma i gentili ungheresi non mantengono le promesse della sera prima…la faremo in una stazione di servizio.

Arriviamo in dogana, e la fila è di poche decine di macchine, ma non si muove; ci avviciniamo a piedi e scopriamo che la frontiera austriaca è chiusa. Aprirà alle 8 e 15.

Il primo passo, superata la dogana è acquistare il bollino per l'autostrada austriaca. Via in direzione Graz e poi Klagenfurt. Siamo rimasti in gruppo noi, Delio e Luciana e Tiziano, quasi nostro vicino di casa…

Il paesaggio austriaco ci fa percorrere l'autostrada quasi con gusto, circondati da bei boschi e pinete ad una quota non male direi, visto il fresco.

Giungiamo al confine con l'Italia e la sensazione di essere a casa è notevole. Ci ritroviamo in un traffico discreto e la confusione della prima area di servizio che incontriamo ci suggerisce di andare avanti per mangiare qualcosa. Un panino e un caffè e poi verso casa. All'altezza di Venezia salutiamo Delio e Luciana che proseguono verso Follonica; in compagnia di Tiziano andiamo avanti con soste frequenti. La stanchezza e i chilometri uniti al traffico e al caldo cominciano a farsi sentire. Salutiamo Tiziano a Lainate, lui proseguirà verso Como, noi verso Varese. Le strade sono ormai conosciute, fatte decine di volte. I ricordi della vacanza e del gruppo si accavallano nella mente, tante cose da raccontare e l'impazienza di vedere quello che abbiamo immortalato negli otto rullini…

Sono quasi le 19, dopo 950 chilometri siamo a casa. Domani non dovremo più chiudere valigie e caricare la moto…

 

Le nostre impressioni sulla Romania

 

 

Se siete arrivati a leggere fino a qui spinti dalla curiosità, e volete intraprendere questo viaggio, un solo appunto: lo spirito con cui affrontare questa vacanza deve essere quello del mototurista, per goderne in pieno ed osservare sotto la giusta luce tutti gli aspetti; se siete abituati ai villaggi-vacanza all-inclusive , forse è meglio lasciar stare.

 

La Romania è un paese bellissimo, ci ha lasciato ricordi unici e indelebili. Passare dall'Ungheria, con un asfalto perfetto e un paesaggio quasi monotono, alla Romania con le sue strade e il suo variegato paesaggio, acuisce le differenze .

La descrizione dei paesaggi e monumenti l'avete già trovata sopra, comunque favolosi..

Lo spirito di adattamento e la capacità di viaggiare in gruppo sono comunque essenziali. Per quanto riguarda il cibo, nessun problema. Abbiamo sempre mangiato discretamente, e comunque ci sono sempre alternative nel caso ci si trovasse a disagio.

 

Le strade            Le condizioni delle strade sono la prima cosa che, chi guida, nota subito. I primi giorni si viaggia prestando molta attenzione alle buche o ai numerosi lavori in corso, in cui si lavora a ritmi tutti particolari e con tecniche antiquate, non sempre efficacissime. Con il passare dei giorni si fa l'abitudine a questa situazione e diventa quasi normale evitare il tombino in città profondo 10-15 centimetri, o percorrere strade con 5 metri di asfalto normale e 5 metri di asfalto fresato, chissà poi perché visto che non si vede nessun cantiere, per qualche chilometro. Spesso comunque bisogna evitare oggetti, terra o sabbia, o peggio ancora gasolio o olio lasciato dai camion. L'andatura infatti raramente permette velocità sostenute, anzi spesso si viaggia ad andature tranquille. Il vantaggio della bassa velocità permette di apprezzare il paesaggio e coglierne le sfumature più disparate, osservando la gente intenta nei lavori  quotidiani…

Inoltre la polizia c'è e non esita a fermare, magari incuriosita, o magari per un'infrazione bella e buona. Tra l'altro all'ingresso dei centri più popolosi si trovano dei posti di controllo fissi, delle piccole casermette, in alcuni casi sopraelevati (come quello fuori Cluj) in cui la polizia si trova lì giorno e notte e controlla !

I passaggi a livello sono degni di nota. In alcuni tratti li abbiamo attraversati decine di volte, in quanto la strada priva di piccoli sottopassaggi costringeva ad attraversarli. Con la gioia dei macchinisti, che dopo averci visti la prima volta ad ogni passaggio suonava la sirena, o dei passeggeri che ci salutavano festosi appesi fuori dalle porte !

Sono molti anche quelli non custoditi e privi di sbarre, quindi massima attenzione. Nella zona del Maramures, si notano invece le doppie file di rotaie per i treni rumeni e per quelli della vicina Ucraina, a scartamento ridotto. Le rotaie molto sporgenti dall'asfalto e a volte lo stesso molto dissestato tra i binari o magari mancante con buche, rende il superamento dei passaggi a livello un terno al lotto…

Una nota per non spaventare gli stradisti : le strade sono tutte asfaltate, e i pochi sterrati percorsi sono facilissimi; il pezzo brutto, in cui il fondo è composto da grossi ciottoli e in cui si rischia di affondare con relativa caduta magari in due e moto carica, si riducono a 50-100 metri per tratto percorso. BMW RT, Honda VFR, Suzuki GSXF li hanno percorsi quasi tranquillamente. Dino con la "sua" RT arriva dappertutto !

Il problema è conoscerne lo stato nel periodo in cui ci si trova, e lo si può sapere solo quando si è sul posto. La manutenzione è scarsa e quindi potrebbero essere in condizioni critiche a causa di recenti piogge o simili.

All'uscita dei paesi il cartello con la scritta "Drum Bun", una sorta di Buon Viaggio, ci rammenta il perché dell'appellativo Transilvania Drum Bun  che è stato scelto per il tour…

 

Il traffico            I numerosi carretti trainati da bestiame, vere e proprio utilitarie dei contadini, che trasportano di tutto (ne vietano l'accesso in città, ma fuori sono onnipresenti…) uniti alle auto colme di ogni mercanzia o ai camion che viaggiano a passo d'uomo fanno parte della circolazione stradale, completandone il quadro. Sulla arterie principali il traffico intenso, anche di mezzi pesanti, può essere reale. Il vantaggio del notevole gap di velocità tra i nostri mezzi a due ruote e i loro mezzi dà una mano; una lieve accelerata e l'ostacolo è superato. Condizioni stradali permettendo.

Nei centri più grandi il traffico è spesso intenso e a volte caotico; per fortuna lo abbiamo provato poche volte.

 

La gente            In città ci si sente osservati, in maniera direi composta. Solo i bambini al culmine della gioia e dello stupore si lasciano andare in saluti festosi. L'attraversamento di  piccoli paesi o semplici villaggi è una vera festa; i bambini si chiamano sulla strada e salutano tutti insieme. Chiunque ferma la propria attività per osservarci e salutare con un sorriso. Sembra di essere ad una tappa di qualche giro ciclistico.  Se poi ci si ferma, si viene circondati; senza essere mai invadenti o aggressivi…la loro curiosità si limita ad osservare questi turisti tanto audaci (!!) da arrivare fin lì a bordo di mezzi che molti di loro vedono per la prima volta…

Intendiamoci, non e' mai successo che qualcuno salisse sulle moto o simili, prima di fare qualcosa chiedono, o semplicemente vogliono sapere la velocità raggiunta  o a cosa serve quel pulsante lì.

In alcuni incontri i bambini chiedono qualcosa da bere o mangiare e che magari non possono avere…un succo, una caramella…

Spesso ci si imbatte in qualche capo famiglia che aspetta di far mettere tutti in posa per ritrarre con una foto i suoi famigliari vicino alle moto, e ogni occasione è buona per cercare di scambiare due parole. Il costo della moto o sapere qual'è la migliore del gruppo…

In qualche lingua o a gesti si arriva a "parlare" di quello che abbiamo già visto, la nostra destinazione, la nostra provenienza o più semplicemente se ci piace la Romania…e dopo la nostra risposta affermativa un sorriso riempie i loro visi, fieri di farne parte.

I disagi, veramente pochi a dire la verità, vengono ampiamente ripagati dai luoghi e magari dalle situazioni in cui ci si trova; dopo qualche giorno di permanenza si comincia a fare parte del loro modo di vita, e qualche volta di pensare…

Quando ci si ferma per chiedere informazioni, magari sulla strada da seguire, si fanno in quattro per aiutarci e magari chiedono agli altri passanti. In qualche caso ci hanno accompagnato facendoci da guida con la macchina…

Il popolo rumeno è disponibile al massimo e sempre cordiale. Un'esperienza davvero unica, da provare…e, almeno per noi, una lezione di vita.

Grandi !

  Un grazie di cuore a tutti, nessuno escluso.

  Luca e Gio', Luino (VA).


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