Spagna e Portogallo 2002 By Sandro Ferretti
Quest’anno, causa serie di impegni in luglio, anticipiamo le ferie a giugno e, poiché vogliamo raggiungere il Portogallo, decidiamo di “spararci” tre settimane.
L’illuminazione su come fare per evitare di fare
troppi Km, e conseguentemente sprecare giorni di vacanza, per raggiungere
l’obbiettivo, mi viene dalla LISSTA: viaggiare su una nave cargo da Savona a
Setubal!
La cosa mi attizza, soprattutto perché evitare il
sud della Spagna (lo abbiamo visitato fino a Siviglia due anni fa) rientra nei
miei piani, e comincio ad informarmi, prima su internet e poi alla Grimaldi
(c’è un’agenzia qui a Roma), ma il fatto che la partenza non sia sicura
praticamente fino all’ultimo momento ci convince a cercare altre soluzioni e
infine a ripiegare sulla rotta Salerno-Valencia.
Una volta risolta la questione “crociera”
prendiamo una cartina
e cerchiamo di stabilire l’itinerario da seguire e le città da visitare.
Considerati gli impegni e gli orari della nave,
scegliamo di partire mercoledì 12 giugno: la nave parte alle 22:00 e poiché da
Roma sono solo tre ore e 280 km di moto, partiamo tranquillamente nel pomeriggio
dopo il lavoro; appena superato San Cesareo inizia la pioggia che, a sprazzi, ci
accompagnerà fino a Caserta.
Al prezzo di 409 Euro abbiamo una cabina (un po’
piccola) con bagno e doccia ed i pasti assicurati: nulla di eccezionale, si
mangia quello che passa il convento, ma la cucina è discreta ed abbondante,
inoltre si pagano solo le bevande diverse dall’acqua.
Non ci sono comodità, nel “saloncino” c’è
la TV, ma senza satellite una volta in mare non serve a nulla e le videocassette
contengono qualche vecchio film registrato dalla televisione, quindi meglio
attrezzarsi con un buon libro e andare fuori a prendere un po’ di sole o fare
due chiacchiere con gli altri passeggeri, nel nostro caso tre coppie di cui due
in moto.
Arriviamo a Valencia alle 17:00 del 14, con
un’ora di anticipo sul previsto: a saperlo saremmo andati direttamente a Toledo
invece di prenotare un pernottamento e proseguire la mattina dopo (conosciamo già
la città), ma le tappe fino a Lisbona sono già fissate, dopo andremo a ruota
libera.
La mattina dopo partiamo alle 9:00 e verso le 12:30
siamo in albergo, in posizione strategica nella città vecchia: la strada è
ottima, quasi tutta autostrada gratuita, per il resto buona statale
con larghe banchine transitabili e scarso traffico per un totale di 390 km.
Il resto della giornata, dopo una bella doccia
visto che siamo sui 35°, è dedicata alla visita della città ed alla ricerca
di un ristorantino fresco per la cena.
Dopo una notte al fresco del condizionatore, ci rimettiamo in marcia per Càceres (non abbiamo preso in considerazione Madrid perché sia io che Cristiana ci eravamo stati in altre occasioni), 300 km di strade come le precedenti: ci stupiscono soprattutto le statali, dove i rettilinei si perdono all’orizzonte e si possono tenere tranquillamente i 100 km/h di codice ed anche qualcosa in più, i controlli sono scarsi e i percorsi sono per lo più senza ponti e gallerie.
In questa parte della Spagna il panorama non è il
massimo: distese a perdita d’occhio di sughereti, oliveti e più raramente
grano, evidentemente l’acqua è un bene prezioso!
Arriviamo a Càceres grondanti sudore, siamo vicini
ai 40°, ma anche qui dopo una doccia ristoratrice usciamo per mangiare qualcosa
e visitare la città medievale: la cosa che ci ha stupito di più è stato il
numero impressionante di cicogne che vi nidificano, in ogni punto possibile di
tetti, campanili, etc.
La sera ci gustiamo una cenetta da un “asador”
a spese di Cri, visto che è il suo compleanno, e dopo aver girovagato un po’
ce ne andiamo a dormire (anche qui aria condizionata!) per essere in piedi
presto e raggiungere Lisbona.
La nuova tappa è di 350 km, ma in questo caso
l’autostrada, in verità presa per limitare il tempo di esposizione al caldo
(le giacche stavano diventando delle saune portatili), è a pagamento e
praticamente deserta fino alle porte della città.
In realtà una cinquantina di km dopo il confine la
temperatura è già sensibilmente inferiore, ma anche così decidiamo di saltare
Evora (secondo la guida valeva la pena perderci una mezza giornata) e tiriamo
dritti per la capitale.
Il panorama cambia poco alla volta e il verde si impossessa del territorio, acquisendo un aspetto quasi mediterraneo.
L’ingresso a Lisbona avviene dal ponte
25 de
Abril: ci accorgiamo che c’è perché almeno un km prima troviamo la coda
ed in lontananza vediamo i piloni; la coda si forma per il pedaggio di un euro,
una volta passato il casello il traffico riprende lentamente a scorrere e dopo
qualche centinaio di metri si scavalca la collina e …..: ci si ritrova sospesi
ad almeno 50m da quello che più che un fiume sembra un braccio di mare per
quanto è largo e con tutta la costa della città vecchia di fronte: è stata
forse la cosa che più mi emozionato in tutta la vacanza.
Raggiungiamo l’albergo, 10 minuti a piedi dal
Rossio (la piazza più famosa della città), ci diamo una sistemata ed usciamo:
la temperatura è di 26° con una gradevolissima brezza dall’oceano ed il
caldo dei primi due giorni è subito dimenticato, mentre dalla TV satellitare
scopriamo che a casa si sta morendo per caldo e umidità.
Andiamo all’ufficio del turismo e acquistiamo la
Lisboa Card (che consiglio a chiunque visiti la città): è una tessera della
durata di 24,48 o 72 ore a scelta che da libero accesso a tutti i mezzi pubblici
della città, accesso gratuito a diversi musei e riduzioni a tantissimi altri;
praticamente abbandoniamo la moto e ci divertiamo a scorrazzare soprattutto in
tram, che tra le viuzze del barrio alto si trasforma in una specie di
ottovolante tra saliscendi, curve improvvise e stradine che sono larghe a
malapena per consentirne il passo.
Il centro storico (baixa, barrio alto e quartiere
sotto il castello) è molto trasandato, ma si intuisce la grandezza passata: in
ogni caso i marciapiedi a mosaico sono uno spettacolo!
Oltre ai monumenti classici, consiglio di fare un
salto al sito dell’expo del 99 per visitare l’oceanario:
sono stato anche a vedere l’acquario di Genova e decisamente credo che siano
entrambi il massimo, ognuno per le proprie peculiarità.
Siamo rimasti a Lisbona 4 giorni ed uno lo abbiamo
usato per fare un giro nei dintorni: Queluz, Sintra,
Cabo
da Roca (il punto più ad ovest dell’Europa) Cascais ed Estoril: 120 km
con la moto scarica, ma con il vento più forte del solito, tanto che a Cabo da
Roca è stato difficile perfino usare l’autoscatto: la macchina fotografica si
spostava!
Un’altra cosa che abbiamo apprezzato di Lisbona, ed in genere di tutto il paese, sono stati i ristoranti tipici (praticamente delle fraschette portoghesi) indicati dalla guida Routard: spendevamo tra i 15 e i 20 euro in due per avere acqua, vino, pesce freschissimo in porzioni spropositate per l’italia, contorni e dolce!
Il 21 rifacciamo i bagagli e facciamo rotta per Nazarè:
è distante appena 160 km da Lisbona (compresa una deviazione per Peniche un
po’ deludente – praticamente c’è solo una vecchia fortezza moresca, non
visitabile, utilizzata da Salazar come prigione politica – e Obidos, città
medievale rimasta inalterata nei secoli, cinta dalle mura originali e che non ha
avuto espansione all’esterno, veramente carina), ma ci serve per fare un break
marino ed allo stesso tempo avere una posizione utile per fare un giro per
monasteri.
Il paese è veramente carino, la spiaggia enorme e
stupenda; mentre passiamo veniamo quasi assaliti da donne in abbigliamento
tipico che vogliono affittarci una camera, ma noi proseguiamo per l’albergo
(il primo non prenotato) scelto sulla guida: lo troviamo facilmente e ci
fermiamo perché ci piacciono sia l’alloggio che posizione e prezzo.
Passiamo il pomeriggio in relax, anche perché il
freddo preso la sera prima a Lisbona (al tramonto si alzava il vento ed io
insistevo ad uscire in T-shirt) mi aveva un po’ sbattuto.
Il giorno dopo ripartiamo senza bagagli per
visitare i monasteri
di Alcobaca, Batalha, Ourem ed il santuario di Fatima, che in verità mi ha
lasciato un po’ male: sembra più un posto per spennare i turisti che per
andare a pregare.
Il giro, di circa 140 km, non mi ha divertito molto
perché la strada, peraltro molto scivolosa, passava frequentemente in centri
abitati dove erano piazzati semafori automatici che passavano al rosso se si
superavano i 50 km/h ed era molto trafficata, mentre i monasteri si sono
rivelati all’altezza delle aspettative.
Ripartiamo il 24 per Coimbra, dopo una giornata di
ozio completo, sede della prima università nata in Europa, passando per Conimbriga,
sito archeologico di epoca Romana veramente interessante.
La distanza di soli 130 km da Nazarè ci lascia tutto il tempo per visitare entrambi i luoghi, gustare la cucina locale sempre su indicazioni della Routard e prepararci per la prossima tappa.
Anche questa è breve, circa 150 km, ma decidiamo
per l’autostrada perché le statali portoghesi sono decisamente più simili
alle nostre, per struttura e traffico, che a quelle spagnole.
L’ingresso in città è un po’ faticoso: il traffico intenso e i parcheggi in doppia fila ci riportano a Roma, ma alla fine raggiungiamo la pensione scelta sulla guida che, seppur gestita da una famiglia un po’ strana (il tipo che ci viene a fare il conto la mattina dopo assomiglia ad Andy Capp, con tanto di pigiama, barba da fare e occhi cisposi da appena sveglio: manca solo il berretto!) è pulita e molto a buon mercato anche se in pieno centro.
Cominciamo le visite come al solito e ci rendiamo
conto che anche qui le case più vecchie sono molto malridotte, in alcuni casi
anche abbandonate: un vero peccato perché alcune, rivestite di azulejos
(ceramiche) sono veramente belle; la zona sul fiume è veramente bella e ci
andiamo, oltre che per vedere il ponte costruito
da
Eiffel (si riconosce lo stile), per mangiare all’aperto con vista
panoramica.
Rientriamo appena in tempo per evitare il temporale
che si scatena: fortunatamente la notte è sufficiente per sfogarsi e
l’indomani ripartiamo sotto un cielo plumbeo ma senza pioggia, direzione:
Santiago de Compostela, si torna in Spagna.
Lasciamo il territorio Portoghese in autostrada ed
al casello prima del confine
(quanto mi piace passare da uno Stato all’altro senza controlli!) ci ferma una
pattuglia, ma appena vede la targa mi fa segno di proseguire (l’influenza di
Roma è ancora forte ;-)))
Arriviamo a Santiago dopo 250 km e troviamo un
affittacamere appena fuori la città vecchia ad un prezzo ragionevole
(l’affollamento di turisti e pellegrini tiene i prezzi alti) e decidiamo di
fermarci un paio di giorni così da fare un salto anche a la Coruna.
Il paesaggio è diversissimo dal centro-sud della
Spagna, il verde impera e quando ci si alza di quota sembra di stare sulle alpi
per gli abeti onnipresenti ed anche le strade, seppur sempre ottime, non sono più
dei rettilinei interminabili, così anche la guida ne guadagna in piacere.
Il tempo rimane brutto, ma fortunatamente piove
solo di notte: in compenso la temperatura massima scende a 15° e noi di pesante
abbiamo solo le giacche della moto, che a piedi ci coprono a sufficienza, ma in
viaggio ci fanno rimpiangere le imbottiture che ovviamente abbiamo lasciato a
casa, così cerchiamo di ovviare mettendoci due o tre magliette una
sull’altra!
Il 28 proseguiamo per Oviedo, nel principato delle
Austurie, regione del nord tra le più gettonate dagli spagnoli.
La N634 è fantastica, soprattutto il tratto che
dalla costa ci porta verso la città: passa attraverso un bosco costeggiando
ruscelli in una serie infinita di curve con traffico praticamente inesistente,
se non fosse così lontano la rifarei molto volentieri senza bagagli…
Dopo 340 km fatti con calma e un pranzetto veloce
sulla costa arriviamo in città e anche stavolta ci accontentiamo di una
pensione di poche pretese ma centrale, questa volta sbagliando perché era
venerdì ed abbiamo sentito le urla dei nottambuli locali fino alle 4 di
mattina: ragazzi, vi confermo che in Spagna il fine settimana non dormono mai!
Oviedo in realtà non ha molte attrattive dal punto
di vista turistico e così il giorno dopo ci rimettiamo in sella per raggiungere
Pamplona passando per Leon perché sulla costa erano previsti temporali: in
effetti il tempo continuava ad essere brutto e non volevamo chiedere troppo alla
fortuna che fino a quel momento ci aveva permesso di viaggiare all’asciutto.
Dopo un primo tratto gratuito l’autostrada
diventa a pedaggio, quindi rientriamo sulla statale che, bellissima, supera la
Cordillera Cantabrica attraverso un valico ad oltre 1400 m, così che ci
troviamo a viaggiare dentro le nubi con una visibilità di neanche 10m L, ma
qualche chilometro dopo, superata una stazione sciistica, spunta finalmente il
sole che riesce anche a scaldarci un po’ le ossa intirizzite (avevamo
indossato anche i pantaloni antipioggia per coprirci meglio) J.
Verso Leon il panorama riprende ad essere poco
attraente e lungo il cammino di Santiago cominciamo a vedere pellegrini a piedi
o in bicicletta; parallela alla statale stanno completando un’autostrada,
gratuita, fino a Burgos, il cui unico scopo secondo me è quello di evitare
incidenti proprio per l’alta frequentazione di pedoni e ciclisti sulla
statale.
Ci fermiamo prima di Burgos per un panino e quando
ripartiamo indossiamo nuovamente gli antipioggia perché la temperatura si sta
nuovamente abbassando: quando, dopo 520 km, finalmente arriviamo a Pamplona
(il termometro segna nuovamente 15°) siamo così intirizziti che il
proprietario dell’albergo, quando usciamo dopo una doccia bollente, ci chiede
se ci siamo scongelati!!!
Qui sbagliamo ancora nella scelta dell’ubicazione
dell’hotel: centrale, addirittura su una strada piena di locali che di notte
fugono anche da discoteche la cui musica ci tiene svegli fino alle 4!!!:
fortunatamente il giorno dopo è domenica e, come speravamo, il silenzio è
assoluto!
Anche Pamplona mi ha un po’ deluso: decadente
come mai visto in Spagna, la domenica tutti i posti da visitare sono chiusi,
tranne il museo Aragonese che, devo dire, vale la pena di vedere, probabilmente
vive sulla scia della fama della festa di San Firmin che inizia la settimana
dopo e scopriamo che durante la festa i prezzi delle camere possono anche
triplicare!
Riusciamo anche a spendere la somma più alta di
tutta la vacanza per la cena: 40 euro in due per una cena tutto sommato normale,
anche se il locale era un po’ pretenzioso; ci rifacciamo il giorno dopo con un
menù completo (primo secondo e dolce a scelta) a 10 euro a testa.
La mattina del 1 luglio raggiungiamo Zaragoza,
ultima tappa della vacanza, dopo 200 km di statale, ci sistemiamo in un hostal
sulla piazza del
Pilar (punto focale della città) e, felici per la temperatura nuovamente
estiva che ci permette di uscire in maglietta, iniziamo la visita.
La città ci piace talmente e ci sono talmente tante cose da vedere che il giorno successivo lasciamo i bagagli in albergo e restiamo in giro fino alle 14 quando, dopo aver mangiato un succulento panino in una specie di Mac Donald nostrano, prendiamo l’autostrada (a pedaggio) per essere tranquilli di arrivare a Barcellona in tempo per l’imbarco alle 19 (non ci interessa vedere la città perché la conosciamo entrambi).
I 335 km che ci separano dal molo volano senza
intoppi, attraversiamo il meridiano di Greenwich (contrassegnato da un arco
trasversale all’autostrada) e, mentre il traffico aumenta in modo inversamente
proporzionale alla distanza dalla meta, ci ritroviamo in città, facciamo spesa
per la cena ed il pranzo del giorno dopo sulla nave ed alle 18 siamo
all’imbarcadero.
Ci sono altri motociclisti, tra cui una coppia di
spagnoli in BMW in viaggio di nozze (ha fatto una faccia quando gli ho detto il
prezzo della benzina in Italia =:-O) ed una di baresi in AT con cui abbiamo
passato la serata a raccontarci le vacanze.
Il viaggio fila tranquillo, questa volta la nave è
praticamente da crociera, con animazione, cinema, TV satellitare, etc., ed alle
16 siamo sul molo di Genova.
Partiamo immediatamente e, autostrada fino a
Livorno quindi Aurelia fino a Roma, dopo 6 ore e 510 km siamo a casa pronti a
sbranare una pizza a portare via che abbiamo preso poco prima: la vacanza è
proprio finita, il parziale segna 4175, domani è il 4/7: si torna in ufficio L!!!
Sandro e Cristiana
Riferimenti:
Portogallo | Spagna | Italia | |
Benzina (€/l) | 0,940 | 0,828 | 1,055 |
Autostrada (tot.) | 26,40 € | 24,92 € | 29,20 € |
Consumi benzina | totale 253,13 l | media 16,5 km/l | spesa 224,67 € |
Consumi olio | totale 4,5 l | media 930 km/l | spesa 25,00 € |
Alberghi (la camera)
max 65 € (c/colazione) a Lisbona
min
25 € (s/colazione) a Porto
Navi
andata (2 pax pensione completa – cabina con wc e doccia + moto)
409,00 €
ritorno (2 pax – cabina con wc e doccia + moto)
238,00 €
Spesa totale circa 2.300 €
Guide
Routard per il Portogallo J
Rough per la Spagna L
www.michelin.com (percorsi ed alberghi) J
www.expedia.it
(prenotazione alberghi) J