Ciao. Sollecitato da una mail di Paolo (LUCIDERA) credo che sia utile un mio
non-breve pensiero sulle molle progressive.
In particolare Paolo mi faceva notare che non si capisce se le molle progressive
vanno meglio per l'uso su strada o quello off-road, "dubbio"
probabilmente giustificato, visto la mia viscerale preferenza per il
secondo.
In generale è un preconcetto quello che le molle più dure siano siano più
adatte all'off road o all'asfalto.
Il fattore principale rimane l'escursione. Data l'escursione devi trovare il
modo di andare quasi a fondo corsa con le sollecitazioni massime previste. E quì
viene la differenza. Dati i limiti fisici di costruzione delle molle lineari ,
se metti le molle adatte alla sollecitazioni da fuoristrada a fondo corsa,
saranno irrimediabilmente dure anche sulle piccole asperità e sulle medie
sollecitazioni. E' evidente quindi che farebbero schifo anche in fuoristrada non
estremo, dove avrebbero un comportamento troppo "scorbutico" e
reattivo. Andrebbe invece benissimo in staccata su asfalto.
Viceversa, se usi molle lineari adatte al confort di marcia e alle
sollecitazioni "normali" offroad, sono inadatte alle sollecitazioni
toste off-road (fondo corsa) e alle staccate (eccessivo affondamento, perdita di
stabilita, sbandieramento del posteriore). Il TA è tarato su questo modo di
lavoro, molto "comodoso".
Il vantaggio delle molle progressive sta proprio in questo. Il tipo di
costruzione a passo e (a volte) diametro variabile permette di avere una molla
morbida per l'inizio dell'escursione, e progressivamente più dura a mano a mano
che le canne entrano nei foderi. E' chiaro quindi che questo tipo di costruzione
porta vantaggi sia in strada che in fuoristrada, ed evita principalmente il
fondocorsa in off-road e limita la perdita di stabilità della moto provocata
dall'affondamento durante le frenate.
Paradossalmente la maggior parte delle molle progressive sono addirittura
leggermente più morbide all'inizio dell'escursione.
Morale, le molle progressive vanno bene sempre. Se si va in giro in due, il
maggior controllo permesso dalle molle progressive anteriori è veramente un
altra cosa.
Per l'olio, il discorso è un po' particolare.
Come regola generale bisognerebbe, a fronte di un indurimento delle molle,
diminuire il freno in compressione ed aumentare quello in estensione.
Ovvio che sul TA, non disponendo delle regolazioni separate, non si può fare.
Va però tenuto presente che l'olio incide di più sull'ultima parte
dell'escursione della forcella. Quindi, se si sta pensando di "riaccordare"
la densità dell'olio, andrà tenuto in considerazione il comportamento della
molla nella parte finale dell'escursione.
Cmq. ogni produttore di molle progressive abbina al kit l'olio "fattapposta",
che è buona regola usare.
Ciao a tutti.
Bibo
Subject: [LISSTA] Un consiglio dagli esperti
From: massimiliano (Bibo)
Date: giovedì 28 dicembre 2000 18.18
...."da una mail"... ho provveduto a rinforzare
le stesse con un particolare spessore all'interno dei forcelloni tali da
regolare la tensione degli stessi all'interno di ciascuna forcella e tali da
tenere i molloni più rigidi. Il mio meccanico mi ha detto che non conviene
sostituirli con dei nuovi in quanto dopo poco mi troverei ad avere nuovamente lo
stesso problema......
Questa soluzione è un palliativo. La costante elastica della molla rimane
uguale, "parte" solo un po' più dura.
Per quel che riguarda la sostituzione delle molle, non è assolutamente vero che
dopo poco si "scaricherebbero" di nuovo.. Se fosse così vorrebbe dire
che il materiale si soggetto a snervatura, e quindi il fenomeno dovrebbe
peggiorare progressivamente (non sono esperto in metallurgia, ma dovrebbe essere
così).
Ci sono un po di soluzioni al problema.
1) Sei particolarmente pesante, puoi provare a cambiare le molle con un paio più
dure.
2) Per evitare i fondocorsa ma lasciare la morbidezza delle molle originali,
puoi aumentare il livello dell'olio nelle forcelle. Questo frena maggiormente la
discesa della forcella nella fase finale dell'escursione. Può verificarsi però
un leggero effetto "gradino" in compressione.
3) La soluzione migliore è usare delle molle progressive davanti.
Puoi usare le Hyperpro (io ho quelle) o le
WP (le ha Andrea). Usare molle progressive è la soluzione migliore. Queste
molle hanno una costante elastica variabile in base alla quantità di
compressione. Questo effetto viene ottenuto costruendo molle con il passo (e a
volte il diametro del filo) variato in modo più o meno progressivo. Per questo
tipo di soluzione aspettati prezzi dalle 200 alle 300 Klire più il montaggio.
Massimiliano (Bibo) Segreto
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> .......le stesse con un particolare spessore all'interno dei forcelloni
tali da regolare la tensione >degli stessi all'interno di ciascuna forcella e
tali da tenere i molloni più più rigidi. Il mio meccanico >mi ha detto che
non conviene sostituirli con dei nuovi in quanto dopo poco mi troverei ad avere
> nuovamente lo stesso problema.
Il problema non é dovuto tanto alla molla che si "affloscia" quanto
dall'olio contenuto che con il tempo perde le sue caratteristiche, sicuramente
visto che la qualità delle molle originali non é delle
migliori la soluzione ideale é di sostituirle come ti scriveva Bibo
(Massimiliano), io sulla mia del 96 ho ottenuto un ottimo risultato spessorando
(credo come il tuo meccanico) con un rialzo di 1 cm le
molle e soprattutto cambiando l'olio (le istruzioni scritte da me le trovi su
transalp.it) con uno leggermente più denso, ho provato il W15 ma per me (peso
circa 70Kg) é troppo denso e può andare bene solo a chi non fa mai
fuoristrada, mentre con un misto di 10W 70% e 15W 30% ho ottenuto un buon
risultato, con livello standard.
Per cui se ti va di spendere 300K cambia le molle altrimenti fai qualche
tentativo con l'olio che é comunque da sostituire.
Per il disco se é in acciaio non credo ci siano problemi a parte l'estetica, se
é di altro materiale (cosa pressoché impossibile) ha un diverso coeffic. di
attrito e potrebbe dare problemi o consumare diversamente le pastiglie.
Flash fes
Paolo
Ta96 ex.... ex Ta89
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Subject: [LISSTA] Sulle
molle progressive ad altri concetti....
From: Teorico
Date: Mer, 13 Jun 2001
Qualche tempo fa si parlava di molle/monoammortizzatori e quant'altro
necessario per l'assetto della propria moto.
Ho trovato su IHM un post interessante che tratta appunto l'argomento molle.
Ve lo giro sperando di fare cosa gradita.
P.S. il RobyB12 che firma il pezzo e' un collaboratore di Mototecnica.
Teorico.
Ho visto in questi giorni che come di ricorrenza si parlava di molle forcella
etc. Ora, per evitare ai più inesperti di farsi convinzioni errate e/o farsi
fottere da sedicenti meccanici/preparatori proviamo a riepilogare la faccenda
sinteticamente.Va da se che i più esperti sanno già tutto.
MOLLE
Ci sono innumerevoli tipi di molla, ma nelle sospensioni si utilizzano
universalmente quelle classiche a spirale.Una molla così fatta e'
caratterizzata da una serie di fattori che ne determinano la durezza e il tipo
di risposta:
materiale
diametro del "filo"
diametro della spira
Distanza tra le spire (detta "passo")
MOLLE LINEARI
se tutti i parametri sopra citati sono costanti, cosa constatabile a semplice
vista, la molla e' lineare.Questo significa che e' caratterizzata dalla legge
elastica F = k x Y semplicissima formula che dice che schiacciata di una forza F
si comprime di una distanza Y che dipende dal valore di K.
In pratica, per determinare la retta di queste molle disegnate un paio di assi
cartesiani, in ordinate mettete i kg, in ascisse i cm. A questo punto posate un
qualunque peso noto sulla molla e misurate l'accorciamento. Esempio, con 10 kg
si accorcia di 1 cm. Riportate sul diagramma il punto corrispondente e
unite l'origine degli assi con quel punto e prolungando la retta. Essendo la
molla lineare si vedrà che ogni 10 kg in più la molla si schiaccia di 1 cm,
per cui 50kg= 5 cm, 100 kg= 10 cm e così via.
PRECARICARE LA MOLLA
Supponiamo ora di precaricare coi registri o spessori la molla per esempio di 2
cm, cosa succede? semplice, prendete la retta già disegnata e aggiungete 20 kg
in altezza a tutti i punti, in pratica tracciate la nuova curva, che non e'
altro che una retta parallela a prima alzata di 20 kg. Noterete che non parte più
dal punto 0 kg=0 cm, bensì dal punto 20 kg= 0 cm, il che significa che fino a
un carico di 20 kg NON si muove nemmeno, e da lì in avanti c'è sempre un
divario di 20 kg, per cui 70 kg = 5 cm , 120 kg= 10 cm
Cosa abbiamo ottenuto? una molla che su tutta la sua escursione richiede più
forza per essere compressa, quindi il fondo corsa e' più difficile, ma la
sensibilità alle basse escursioni e' penalizzata in quanto invece di muoversi
di 1 cm ogni 10 kg di carico fino a 20 kg non si muove nemmeno. Può andarci
bene così, ma essenziale e' che sappiamo che ciò che guadagniamo da una parte
lo perdiamo dall'altra.
MOLLE PROGRESSIVE
Una molla progressiva non e' descritta da una retta, ma da una curva, in pratica
occorre porre diversi pesi in progressione sopra e tracciare per punti la
relativa curva.Posso quindi avere una reazione sensibile per le
minime escursioni e un progressivo irrigidimento verso il fine corsa.
COME COSTRUIRE UNA MOLLA PROGRESSIVA
Occorre variare le caratteristiche costruttive citate prima.
Un tipico primo passo, usato spesso sugli ammortizzatori era di mettere due
molle lineari caratterizzate da K differente una sopra all'altra, ottenendo una
curva data dalla composizione di due rette spezzate, in pratica prima lavora la
più tenera, quando questa e' a pacco parte l'altra.
Un secondo modo sarebbe quello di variare il diametro del filo, ma
industrialmente e' una complicazione inaccettabile.
Un ulteriore modo usato e' quello di variare il diametro della spira, in pratica
fare la molla conica anzichè cilindrica, o a botte, cioè biconica, come gli
ammortizzatori marzocchi degli anni 70 o le molle della sella di
molte bici da passeggio.
Il modo tipico usato nelle forcelle e' la variazione del passo della spira. Fate
questo esperimento: aprite la penna a sfera che avete sul tavolo, prelevate la
molla e dategli una stiratina nella parte finale, provate a comprimerla e
vedrete che la parte stirata oppone molto più resistenza, avete creato una
molla progressiva!
Prima di correre a stirare le molle della forcella sappiate che l'acciaio per
molle non accetta queste pratiche senza subire poi adeguati trattamenti termici,
in quanto essendo fatto per essere molto elastico accetta di malavoglia
deformazioni plastiche permanenti. Infatti la molla della vostra penna dopo 3-4
compressioni torna alle dimensioni originarie, l'avete snervata.
E ora potrei parlarvi di smorzamento idraulico.....POTREI come dice la
pubblicita'! ma se Riva si accorge che invece di scrivere cazzate pagato per
lui, le scrivo gratis per voi....mi caccia!
ps il conto delle penne a sfera buttate mandatelo a "mototecnica"
ciao RobyB12(bandit 1200)
n.d.r: L'articolo e' ha cura di Crovetto Roberto che collabora con Mototecnica ed Autotecnica, e ci ha autorizzato alla pubblicazione.
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.....Il Teorico da Loreto ha raccolto un'interessante dissertazione su IHM
(ma cos'è?)
Gustosa esposizione. Ma nel passaggio delle molle progressive c'è un errore, a
mio modesto parere.
Quando parla delle due molle messe l'una di seguito all'altra, o come si dice,
in serie.
Leggendo 'sta roba, uno sarebbe indotto a pensare che, nella prima fase, la
molla dura non lavora, cioè non si comprime.
E' un assurdo fisico. Una molla, per trasmettere una certa forza, SI DEVE
DEFORMARE.
Non è assolutamente vero che la molla più dura comincia a lavorare solo dopo
che l'altra è andata a pacco. Fino ad allora le due molle si deformano INSIEME.
La più rigida si comprimerà meno dell'altra, ma si deformano TUTTE E DUE.
Di fatto due molle in serie si comportano come una la cui rigidezza, COSTANTE,
è inferiore a quella delle due molle prese una per una.
Il discorso, piuttosto, funziona così.
Finchè una molla non va a pacco, la rigidezza complessiva ha un certo valore, e
la forcella è bella morbida. Dopo, essendo rimasta una sola molla capace di
reagire, la rigidezza del sistema aumenta di colpo, ovvero la sospensione
diventa di sasso.
Fine della contestazione e arrivederci.
Andrea Lottini TA 89 MI
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.....Infatti ti dice come si potrebbe fare....non che è fattibile!
Mi spiego... se vuoi fare una molla con caratteristiche progressive hai >
alcune ipotesi di realizzazione, una è appunto quella descritta, ma nella
fattispecie non è praticamente realizzabile all'interno di una canna di una
sospensione per moto!
E altresì vero che per poter adottare una soluzione del genere la molla più
debole o più facilmente comprimibile sarà più lunga di quella più dura e
solo ad un dato momento la molla più dura andrebbe a lavorare (vale a dire se
una forcella ha 250mm di escursione i primi 100mm sono con la molla piccola e i
restanti 150 sono con entrambe le molle!
Una soluzione analoga viene usata per le molle di ritorno delle valvole sulle
testare delle auto.
In fase di elaborazione di un motore si modifica anche la compressione delle
molle(cambiandole o spessorandole e mettendone due una dentro l'altra) allo
scopo di far ritornare le valvole più velocemente in sede. (anche se non
lavorerebbero alla stessa maniera di una forcella proprio
perchè entrambe le molle, in questo caso, si comprimono insieme)
Alberto
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Mmmm forse non ho afferrato bene l'oggetto del "contenzioso".
In qualsiasi caso confermo che la realizzazione di molle con passo variabile in
modo "continuo" è industrialmente possibile.
Uno dei problemi delle molle definite progressivamente è che effettivamente
spesso, a causa di necessità industriali, sono molle che pur essendo in un solo
pezzo, si presentano all'atto pratico come due sezioni a passo fisso sovrapposte
con una minima area di transizione.
Esistono invece molle (tra cui le Hyperpro) in cui il passo della molla varia in
modo continuo senza soluzione di continuità, evitando il fastidioso
effetto gradino delle progressive tradizionali, molto avvertibile in caso
di compressione delle molle nella fase di discesa in curva o di asperità alla
corda.
Ciao
Massimiliano (Bibo) Segreto - "Se sei incerto tieni aperto"
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Caro Alberto, insisto nella mia idea, e cioè che le due famose molle
lavorano insieme fin dal primo mm di escursione, e che si abbia una incremento
brusco di rigidezza quando UNA delle molle, non necessariamente la meno rigida,
sarà andata a pacco.
Non è vero che prima si comprime la morbida e dopo la dura, come afferma Roby
B12, tantomeno che inizi la compressione solo la molla debole per poi vedersi
affiancata da quella dura nella parte finale, come dici tu.
Mi spiace doverti contraddire, ma sono arcisicuro di quanto ho detto, e posso
dimostrarne la fondatezza, ma non mi pare il caso di tediare i nostri amici
listaioli con una prolissa dimostrazione matematica. Magari in privato al
Gianduja.
Tutto questo te lo dico, sia chiaro, con la massima stima ed amicizia.
Condivido il resto:
E' vero che le condizioni di funzionamento sono diverse. Non tanto perchè qui
si tratta di mettere due molle una dentro l'altra, ma perchè esse, come
giustamente affermi, si comprimono e si estendono nello stesso tempo e per gli
stessi millimetri.
Sono messe in parallelo. La rigidezza complessiva è la SOMMA delle rispettive
rigidezze.
In una ipotetica forcella sarebbero messe l'una di seguito all'altra, cioè in
serie, e lavorerebbero in modo diverso, giusto.
Ma, ripeto, durante l'affondamento tutte e due le molle si comprimerebbero fin
da subito. Il loro rispettivo accorciamento, stavolta, sarebbe diverso: si
comprimerebbe di più la molla debole.
Non pretendo che mi si creda, ma, che vi devo dire, ci sono le prove
matematiche.
Il fatto è che ogni tanto buon senso e logica possono trarre in inganno.
Anche Aristotele, non proprio uno facile a convincersi, diceva che un oggetto
cui veniva impressa una forza e lasciato libero di muoversi, dopo un po' si
sarebbe in ogni caso fermato perchè esauriva la spinta, come poteva osservare
tutti i giorni magari facendo ruzzolare un'arancia sulla tavola.
Gli hanno creduto per 2000 anni. Poi ne n'è venuto fuori un certo Galileo che
con i numeri ci sapeva fare.
Saluti puntigliosi
Andrea Lottini MI
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