LISSTA, in moto in sicurezza
Sin dal primo giorno che sono salito su una
motocicletta ho capito che la precarietà dell'equilibrio di una moto porta in
caso di una caduta danni a me! Poi quando molto più recentemente ho deciso di
creare un sito web dedicato alla mia passione, ho pensato che fosse altrettanto
utile ricordare a tutti quali rischi corriamo in moto. Certo, le persone care
che ci stanno accanto c'e' lo dicono TUTTI i giorni, "stai attento, la moto
e' pericolosa", ma noi forti del fatto che ci piace e che forse
stupidamente ci sentiamo sicuri sul nostro mezzo partiamo in piena tranquillità.
Purtroppo in Italia non esiste un "cultura" della sicurezza, a quanti
di noi hanno insegnato sin da scuola le regole per circolare anche a piedi ?
Fate caso ogni giorno, nelle nostre città quante volte viene da dire : "
ma vedi quello....." , " ma quello la patente dove l'ha
trovata.....", e così via.
Da alcuni anni anche in Italia il casco per i motociclisti e' divenuto obbligatorio, ma aldilà delle polemiche sulla legge che lo impone, lo riteniamo sufficiente ? Avete mai notato in estate quante persone, sopratutto con gli scooter, usano il mezzo senza alcuna protezione, e non mi riferisco a giacche , stivali ed altre cose, ma addirittura, pantaloncini corti, maglietta e ciabatte da spiaggia. Potete immaginarvi una semplice scivolata su una chiazza di gasolio con un simile "abbigliamento" ? Per non parlare poi di quelle case "motociclistiche" che pubblicizzano i loro scooters mostrando belle ragazze in minigonna, e scarpe a spillo ! Dove guardacaso proprio il casco NON si vede !!! Già ma non attirerebbero l'attenzione altrimenti. Questa e' l'educazione che ci viene data dai mass media, e nessuno dice nulla.
Ma cosa dovremmo fare allora ?
Rispettare le regole della strada, che non sono solo quelle riportate nel codice della strada.
Ma non basta ricordiamoci anche di :
ATTEGGIAMENTO & MENTALITA’ (con il contributo di Sascha)
Cosa contraddistingue un buon motociclista?
Un buon motociclista compie tutte le proprie azioni con calma ed efficienza, che gli derivano da:
concentrazione
osservazione accurata
adattare velocità e direzione alla situazione
consapevolezza dei rischi associati a quella particolare situazione di traffico e strada
azioni mirate a mantenere i rischi identificati al minimo
consapevolezza dei propri limiti, di quelli del proprio mezzo e della strada
padronanza del proprio mezzo
attitudine alla sicurezza
Si impara dall’esperienza?
Le statistiche indicano che purtroppo non siamo molto bravi ad imparare dalle nostre esperienze. La maggior parte di noi che viene coinvolta in un incidente non riconosce di esserne concausa (non significa ammettere concorso di colpa nella constatazione amichevole o ai fini assicurativi). Se crediamo di non avere avuto nessuna parte attiva in un incidente, penseremo anche di non poterne trarre nessuna lezione e non cambieremo né la nostra tecnica di guida né altri comportamenti che possano avere contribuito a creare la situazione di pericolo.
Una volta che abbiamo acquisito la sufficiente routine nel comportarci o agire in un certo modo è molto difficile cambiarla (della serie “questo è quello di cui sono convinto io e non disturbatemi con dati di fatto!”).
Fatto o rischiato incidenti negli ultimi 3 anni?
Anche se rispondete di sì, non lo diremo alla vostra assicurazione :)
Ripensando alle
circostanze in cui si è verificata la situazione, cosa ne avete imparato?
Noi motociclisti provochiamo gli altri utenti della strada?
Ci sono già abbastanza occasioni di conflittualità sulle strade, senza la necessità di provocarle con comportamenti aggressivi o egoistici.
Molte persone reagiscono sproporzionatamente già solo perché con le nostre moto riusciamo a destreggiarci nelle code meglio di loro.
Possiamo contribuire a ridurre i rischi con una maggiore tolleranza ed adottando comportamenti che non generino stress inutile in noi stessi e negli altri.
Velocità maggiore = rischio maggiore?
La velocità eccessiva è probabilmente il fattore che genera i maggiori rischi per il motociclista. Quanto più veloce andiamo, tanto minore è lo spazio a disposizione ed il tempo disponibile per fare azioni correttive ed evasive, e quindi maggiore è la probabilità di un incidente.
La velocità deve essere sempre tale da risultare sicura per quelle determinate circostanze e situazioni.
Quali atteggiamenti aumentano il rischio?
Esiste sempre un certo grado di pericolo associato all’andare in moto, ma alcuni atteggiamenti innalzano il rischio:
il voler provare il brivido del pericolo
il voler impressionare altri utenti della strada (comprese le eventuali principesse)
il disprezzo per la propria ed altrui incolumità (sindrome da “Highlander”)
l’illusione del controllo (ovvero sovrastimare la propria capacità di governare il veicolo)
La fretta giustifica maggiori rischi?
Nessuna urgenza giustifica un omicidio, nemmeno se colposo. Ed è meglio arrivare tardi che non arrivare proprio.
STATO FISICO
L’umore e lo stress influenzano la guida?
Spesso un diverbio, una frustrazione, un litigio portano ad una guida aggressiva. Il traffico sicuramente contribuisce (ricordate “Un giorno di ordinaria follia”?).
Concentrarsi sul presente e sulla guida può essere una soluzione.
Fatica
Effetto del rumore vibrazioni, vento ed agenti atmosferici, condizioni di partenza (lavoro)
Medicine
Anche antistaminici, caffè
Alcool e droghe
Anche le assicurazioni non rispondono
Monotonia
ATTREZZATURA
Abbigliamento
Per essere visti in condizioni pericolose (meteo avverso)
Vedi anche ....."abbigliamento tecnico"
OSSERVAZIONE
Cosa succede attorno a me?
Rispondere correttamente a questa domanda contribuisce a diminuire i propri rischi. Per poterlo fare, può essere utile:
Perché non mi ha visto?
Perché non si aspettava che noi fossimo lì.
Quando guardiamo in una direzione, cerchiamo inconsciamente macchine, furgoni ed altri oggetti grandi e ci capita facilmente di ignorare ciò che non ci aspettiamo, come motorini, biciclette, bambini. E’ la classica situazione del “guardare ma non vedere”.
Uno degli esempi magistrali di
questo comportamento lo si trova nel primo capitolo del primo volume della
“Guida galattica dell’autostoppista” di D.Adams: nel giardino della casa
del protagonista ci sono dei bulldozer; guardando dalla finestra, l’unica
informazione che registra la sua mente è che sono gialli. Solo successivamente
vede realmente ciò che ha guardato ed agisce.
POSIZIONAMENTO
Come posizionarsi nel traffico a seconda delle situazioni (vicino incroci, rotonde, gruppo,…)
GUIDA
E’ troppo provocatorio voler mettere qualcosa su come si guida?
ORIENTAMENTO
Concentrazione deviata sull’orientamento invece che su guida
Pericoli
NOTE sulla guida in autostrada
NOTE sulla guida in fuoristrada
Per concludere
Te l’avevo detto che non ci dovevi andare, in moto! Ha solo 2 ruote e non sta in piedi da sola. E poi, …alla tua età!!
[la mamma]
Vuoi mandarci la tua opinione su questo argomento oppure vuoi aggiungere/segnalare qualcosa inerente alla sicurezza in moto ? Scrivici
E nella vicina Svizzera.......
Da un nostro corrispondente Svizzero :
Salve
Sono appena tornato dalla manifestazione contro il referendum a favore di una legge che vorrebbe bloccare le moto a 80 km orari.
Manifestazione riuscitissima piu' di 30000 persone e un mare di motociclette, di tutti i tipi e modelli.
Venivano da tutta la Svizzera, ed il programma era: ritrovo dei vari gruppi delle varie città e quindi avvio verso Berna rigorosamente in autostrada ed altrettanto rigorosamente a 80 km orari, immaginatevi i problemi per il traffico.
Purtroppo non ho potuto verificare se c'era la delegazione Italiana un po difficile in mezzo a 30000 persone.
Cerchero' di mettere le foto sul sito LISSTA.
Ciao a tutti ed a presto al Garda per l'ITT.
Luigi da Losanna
Ecco le sue foto :
1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10 .
Il pericolo e' anche la strada.....
Messagio inoltrato in LISSTA da Marco Lupo:
Domenica 8 Giugno 2003, all'autodromo del Mugello, in occasione della V prova del "Motomondiale" ci sdraieremo sull'erba in 1.000 !!! (15 minuti prima di ogni gara: 125, 250 e MotoGP), la stessa cosa accadrà sabato 14 di Giugno a Roma in piazzale Chigi, a partire dalle 16.
Tutto questo per ricordare il numero di motociclisti (oltre 1.000) che ogni anno muoiono in Italia per strade ed infrastrutture che, mentre nel resto d'Europa (Spagna, Francia, Germania ) sono riconosciute come pericolose e quindi eliminate, da noi vengono ancora installate per rimanere pericolosamente nel futuro e fare vittime, fra automobilisti e soprattutto fra motociclisti. Partecipa insieme a noi e aiutaci a rendere più sicure le strade italiane.
fallo soprattutto per te !!!
Passa parola.
Il mondo motociclista, da troppo tempo subisce le incompetenze degli organi costruttori e dei progettisti in ambito di sicurezza stradale.
Ogni nuova strada che viene costruita ed "assemblata" segue i criteri studiati in epoche oramai lontane dalla realtà moderna, mentre la manutenzione degli apparati di sicurezza già esistenti riporta ad uno stato di quasi impotenza in caso di incidente stradale. Sostituzione di sbarre piegate dopo urti violenti, riparazione di buche create dal gelo invernale e dal peso dei TIR, sistemi di rallentamento come dossi artificiali o rotatorie extracittadine che deviano la traiettoria dei mezzi senza rallentarne la corsa, segnaletica verticale posta in luoghi dove l'unico vero pericolo, in caso di uscita di strada, è il cartello stesso, tutto resta costantemente inadeguato e scarsamente manutenzionato (nel tratto di S.S. Cassia, tra S.Quirico d'Orcia e Radicofani, dove svolgo la mia attività di medico - commenta Marco Guidarini - con Siena 118, in meno di un anno sono morti due giovani motociclisti per aver urtato, in seguito ad una banale scivolata, un segnale di pericolo generico posto all'esterno della curva, oltre c'erano solo campi di grano - l'unico pericolo era il segnale!!!).
Anche personaggi conosciuti, e campioni del motociclismo sono stati vittime di queste strade costruite senza alcun criterio di sicurezza ma solo seguendo la logica del risparmio (Maria Bisceglia, Carlo Talamo, Sergio Dal Maso e molti altri).
Questi ed altri problemi stradali fanno in modo che ogni anno aumenti il numero di morti e di invalidi permanenti tra gli utenti, i motociclisti (in proporzione) prima di tutti. Nel 2001 sono stati venduti altri 388.057 ciclomotori, di cui 263,409 scooter. In Italia ora circolano circa 7 milioni di ciclomotori (fino a 50 cc di cilindrata) e 3 milioni tra scooter e motocicli di cilindrate superiori. Il bilancio tra gli incidenti sulle due ruote, secondo Sicurstrada e Asaps, conta 1.614 morti e 79.490 feriti ogni anno ed è inaccettabile il modo in cui la società "moderna" continui con la sua politica del "risparmio" la dove esiste un problema che causa ogni anno piu decessi della guerra in Iraq che, al contrario, e apparsa (giustamente) come uno sterminio di innocenti. La progettazione dei sistemi di sicurezza attiva quali tute, caschi, sistemi di frenata e gomme, hanno raggiunto livelli di affidabilità impensabili fino a pochi anni fà, ma tutto questo non è sufficiente a garantirci sicurezza. Un quesito interessante potrebbe essere questo:
perchè gli operai che lavorano sulle strade devono "indiscutibilmente" applicare tutte le norme descritte dalla legge 626, quando nello stesso momento stanno creando un pericolo molto più grave di quello che potrebbe essere lo spigolo vivo della cassetta degli attrezzi ?
Quale criterio porta un politico a pensare che sia sufficiente "inventarsi" un limite di velocita di 30 Km/h su strade cittadine quando sarebbe molto più producente riparare le buche e creare la giusta organizzazione urbanistica ?
Non possiamo continuare ad accettare questa "sufficienza" nel porsi il problema "vittime della strada", e ora che qualcuno si metta una mano sulla coscienza e legga i documenti che certificano le percentuali di mortalità sulle strade e studi le relative cause. Se non trovano questi documenti (non esistono) si chiedano se hanno mai effettivamente preso in considerazione la possibilità di diminuire drasticamente il numero delle vittime oppure se si tratta di una strategia per "creare nuovi posti di lavoro". Quello che chiediamo è l'applicazione di guard rail con protezioni a stretto contatto con l'asfalto, in grado di proteggerci dall'urto con i paletti di sostegno nella loro totalità, che spesso sono il male maggiore in caso di scivolata; chiediamo la realizzazione di rotatorie alla francese dove ogni senso di marcia percorra in direzione centrale alla rotonda stessa anzichè in direzione tangente ad essa; chiediamo la creazione di un organo di controllo avente il compito preciso di rilevare e studiare i rischi di incidente dovuti alla scarsa sicurezza delle strade, progettando le soluzioni più adeguate ad ogni singolo problema. Solo con provvedimenti mirati possiamo sperare in un miglioramento delle condizioni stradali. Per fare questo c'è bisogno innanzitutto di un modulo scritto per prendere coscienza ad ogni incidente delle effettive cause dello stesso, proprio come si fà nel concorso di colpa tra gli automobilisti. I fattori in uno scontro dipendono spesso da cause non dipendenti dai guidatori, ma questo non viene mai preso in considerazione.... perchè ?
L'A.M.I. (Associazione Motociclisti Inc. Olumi) si prefissa i seguenti obbiettivi:
1.. strade ed autostrade meno rischiose (adeguate a tasse di circolazione e pedaggi pagati)
2.. diffusione dei corsi di guida in pista (per scooter, moto, auto) finalizzati alla sicurezza stradale.
3.. Promuovere la costruzione di più circuiti da poter frequentare con prezzi accessibili.
Attendiamo la collaborazione di tutti i motociclisti che conoscono, più di ogni altro, le insidie delle nostre strade.
Per info e chiarimenti: Associazione Motociclisti Inc. olumi.
Dott. Marco Guidarini (doctor Jeckyll) marcoguidarini@l... Medico Chirurgo (Siena 118) - Istruttore di guida sicura (F.I.M.) - Tel. 057864718 (328.3074089)
Massimo Cecconello (Carca) massimo.cecconello@v...
Davide Barin (Bibo) bibo@s...
Riportiamo qui di seguito una serie di siti del quale vi consigliamo una visita, il primo e' in Italiano, e si tratta di uno dei primissimi siti italiani dedicati al mototurismo che ha coniugato i termini "moto - turismo - sicurezza"
Accident Scene Management - Inglese!
American Heart Association - Heart Attack Symptoms/Warning Signs - Inglese
Gary's Motorcycle Safety and Touring Page - Gary Widup, an MSF instructor who believes as I do - Inglese
Hurt Study Of Motorcycle Accidents - Summary of the findings - compliments of Nick Olson - Inglese
Institute of Advanced Motorists (IAM) - British organization providing free proficiency testing - Inglese
MAG - Motorcycle Action Group (UK)- Inglese
MMSP - Minnesota Motorcycle Safety Program - Inglese
Motorcycle Ambassadors - G.W.T.A. Chaper I, Houston, Texas - Inglese
MSF - Motorcycle Safety Foundation - Inglese
NASMSA - National Association of State Motorcycle Safety Administrators - Inglese
NCSA - National Center For Statistics and Analysis - 1995 - Inglese
NHTSA - National Highway Traffic Safety Administration - Inglese
NZMSC - New Zealand Motorcycle Safety Consultants - Inglese
Safety and Survival Tips - LT Snyder writes an impressive and thoughtful set of suggestions - Inglese
Sweet Savage - A couple of articles worth reading - Inglese
Tennessee Motorcycle Rider Education Program - MSF site - Inglese
The Effects Of Motorcycle Helmets Upon Seeing And Hearing - Statistically compelling - Inglese
Two Wheel Safety Training (TWST) - California based motorcycle training school - Inglese
protezioni Dainese (tecnico)
protezioni Dainese (prodotti)
protezioni Spidi (Airback)
protezioni Spidi (tecnico)
protezioni Axo (strada)
protezioni Axo (fuoristrada)
protezioni Clover
Considerazioni e statistiche sugli incidenti ...stayin'
alive
Se infatti c'e' una cosa da imparare da chi pratica l'enduro e' l'abbigliamento.
Per chi pratica del turismo in moto non occorrono stivali corazzati (anche
se un buon stivale può risultare utile - almeno per non impigliare i
lacci delle calzature nelle pedane) ma sarebbe molto utile vestire almeno
le protezioni anatomiche per la colonna vertebrale. Non molti giubbotti
prevedono internamente questo utilissimo "optional", ma esso
e' acquistabile anche indipendentemente dal giubbotto. Si tratta di una
evoluzione delle cinture che tenevano stretta la vita e i reni. Ora sono
dotate di una struttura snodabile ma rigida che risale dalla vita verso
il collo, proteggendo la colonna vertebrale come il guscio di una tartaruga.
Questa struttura risulta molto comoda una volta indossata e - in caso di
infortunio - e' molto utile. Alcuni giubbotti della Spidi, della AXO, della
Dainese e della Clover la prevedono di serie, ma essa e' anche acquistabile
singolarmente (ottime quelle della Dainese
e della Spidi).
Ci sono anche i back-protector gonfiabili.